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Biella

Cristo Ritorto di Daniele Basso rimane a Oropa

L’artista ha donato al Santuario l’opera realizzata per la V Centenaria Incoronazione della Madonna d’Oropa

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BIELLA – L’altare dinnanzi alla nicchia ospitante la statua della Madonna d’Oropa, nella Basilica Antica del Santuario, è il luogo straordinario che accoglie in via definitiva l’opera Cristo Ritorto dell’artista Daniele Basso.

Già posta sull’altare maggiore della Basilica Superiore in occasione della V Centenaria Incoronazione della Madonna d’Oropa, Cristo Ritorto manterrà metaforicamente vivo anche attraverso l’arte il dialogo simbolico del territorio biellese (nel nome “Ritorto” anche un omaggio alla nostra tradizione laniera) e di tutti i fedeli con la Vergine Maria.

Grazie all’intervento di Irene Finiguerra, gallerista e curatrice d’arte, con cui Daniele Basso collabora da tempo, il 18 dicembre si perfezionerà la donazione dell’opera al Santuario, quando il rettore Don Michele Berchi la posizionerà nella sua collocazione definitiva. La donazione sarà un momento particolare durante la presentazione al pubblico del libro fotografico “Figli di una Regina” con fotografie di Andrea Taglier ed edito da Daniela Piazza Editore. Il volume commemorativo ufficiale legato alla V Centenaria Incoronazione racconta il cammino fatto dalla comunità negli ultimi due anni.

“È una grande gioia – spiega Daniele Basso – poter donare l’opera ad un luogo a me così caro. Sapere poi della collocazione sull’altare mi rende insieme orgoglioso e profondamente riconoscente per questo privilegio. Oggi che i fatti della vita ci portano ad una profonda ridefinizione della nostra identità, a livello individuale, locale e globale, nei simboli possiamo leggere le nostre radici e riconoscere i valori su cui appoggiarci nel ridisegnare il futuro in cui vivere. “Cristo Ritorto” in fondo rappresenta questo: l’occasione, col linguaggio contemporaneo dell’Arte, d’indagare il trascendente e celebrare la sacralità della vita”.

L’opera in resina blu indaco e legno di ulivo, colore inusuale per il crocefisso, rinvia al colore profondo e intenso della contemplazione, della riflessione e della pace interiore. Parzialmente ispirata alla precedente opera Tempus Angulare presentata nel 2013 all’Università del Seraphicum (Città del Vaticano), in relazione alla quale Mons. Peter B. Wells della Segreteria di Stato della Città del Vaticano in una lettera trasmessa all’artista ricordava come Papa Francesco “esorta ad una sempre proficua attività artistica ispirata ai valori evangelici”, oggi Cristo Ritorto ne conserva il valore simbolico di oggetto di fede che c’invita a superare i limiti della materia fino allo spirito delle cose, ma attraverso la torsione del busto, della figura intera e gli spigoli più acuti, riporta in primo piano il dolore e la fatica di agire con coerenza nella via del bene.

Umanizza il simbolo avvicinandolo alla vita quotidiana

Torsione da cui il nome dell’opera, che innova anche la visione del Cristo in croce, dando per la prima volta 2 punti di vista all’osservatore: quello classico frontale, rivolto alla navata centrale della chiesa, e quello nuovo, laterale, con riferimento alla posizione dei piedi, rivolo ai fedeli che vorranno rendere grazia alla Madonna dall’apertura laterale dell’antico sacello che la ospita.

 

Foto di Andrea Taglier

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