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Economia

“Serviamo lo Stato da precari, pagati a cottimo, senza previdenza”

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Siamo alle solite, il prossimo 20 ottobre inizierà l’astensione della magistratura onoraria di tribunale che si protrarrà per cinque giorni. Perché questa categoria di giudici e vice procuratori della repubblica protesta? Perché sono uomini e donne che da oltre 15 anni servono lo Stato da precari, pagati a cottimo, senza avere previdenza, assistenza e maternità.

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Pietro Brovarone, giudice onorario del Tribunale di Biella, a proposito dell’astensione di protesta dal lavoro che durerà cinque giorni..

Siamo alle solite, il prossimo 20 ottobre inizierà l’astensione della magistratura onoraria di tribunale che si protrarrà, nel rispetto delle regole del codice di autoregolamentazione previsto dalla legge sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali, per cinque giorni.

Perché questa categoria di giudici e vice procuratori della repubblica protesta? Perché sono uomini e donne che da oltre 15 anni servono lo Stato da precari, pagati a cottimo, senza avere né previdenza, assistenza e maternità.

La protesta, poi, oggi si fa più virulenta che nel passato in quanto, questo governo fatto da giovani rampanti e un po’ spocchiosi (che si dicon di sinistra), senza rispetto per il passato e privi di visione prospettica per il futuro, vorrebbe perpetuare l’iniqua condizione di precariato della magistratura onoraria prevedendo una maxi proroga di 12 anni e, poi, tutti a casa, senza pensione, alla soglia dei sessant’anni dopo aver servito lo Stato per 30 anni.

Un progetto di riforma che fa il paio con le assurde trovate in materia di giustizia civile che questo esecutivo sta proponendo ai cittadini quale l’abbandonare la causa già instaurata davanti ad un magistrato per farla decidere ad un collegio di tre avvocati arbitri che il cittadino dovrà pagarsi.

In questa situazione di caos istituzionale, almeno per quel che riguarda il settore della giustizia, emerge pure che il governo ha l’ardire di affermare di aver concordato la riforma con i rappresentanti della categoria interessata.Ciò che è certo è che il ministro ha convocato i rappresentanti di categoria per dare delle comunicazioni di servizio, ma mai ha chiesto pareri o si è sottoposto a confronti. Lo stile è quello tipico del renzismo, a cui anche uomini di partito come Orlando si sono adattati: “ si fa come dice il capo”.

Ciò detto a partire dal prossimo 20 ottobre, questi cittadini che per investitura costituzionale (art. 106 Cost.) hanno l’incarico di amministrare la giustizia a vantaggio di tutti, si asterranno dal farlo per cinque giorni nella speranza che questi giovani governanti così sicuri delle loro ricette, possano riflettere su una delle tante proposto ingiuste che stanno portando avanti forti di un consenso popolare ottenuto per disperazione.

Sulla bontà della nostra causa, infine, ci gratifica quanto scritto da un illustre magistrato di carriere ovvero il dott. Spataro, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino, che ci conosce da vicino. In una missiva indirizzata all’Associazione Nazionale Magistrati scrive, tra le altre cose:

“I magistrati onorari hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione in vista di una astensione dalle udienze dal 20 al 24 ottobre: lo farei anche io se fossi uno di loro.”

Grazie procuratore, speriamo che il suo e il nostro ministro della Giustizia rifletta prima di continuare su di una strada ingiusta.

Pietro Brovarone

Consigliere nazionale Federazione Magistrati Onorari di Tribunale

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