Economia
Scuola, a rischio 13 posti
Nonostante un aumento di circa 170 studenti iscritti, potrebbero essere tagliati ben 13 posti docenti nella scuola superiore. Lo annuncia il sindacato pubblicando sul sito del FLC CGIL di Biella il file aggiornato sulla situazione organici docenti per la nostra provincia.
Nonostante un aumento di circa 170 studenti iscritti, potrebbero essere tagliati ben 13 posti docenti nella scuola superiore- lo annuncia il sindacato pubblicando sul sito del FLC CGIL di Biella il file aggiornato sulla situazione organici docenti per la nostra provincia.
Nell’ ambito della scuola dell’infanzia, dalla scuola primaria di primo e secondo grado e dalla scuola secondaria di primo grado, si registra che il numero degli iscritti è fortemente calato, portando ad una conseguente e giustificata diminuzione del corpo docenti. Invece, nelle scuole secondarie di secondo grado c’è stato un notevole incremento di nuovi scolari, dove si contano ben 170 inscrizioni in più, ma 13 insegnanti in meno.
«Una situazione impensabile – queste le parole del signor Marco Ramella Trotta, sindacalista biellese. – Stiamo combattendo per cercare far si che questi docenti rimangano attivi. Però, se non dovessimo riuscire ad avere successo, la funzionalità all’interno delle nostre scuole superiori non potrà più essere garantita. E’ assurdo che con un aumento degli studenti iscritti, anziché aumentare i docenti, siano soppressi».
La prossima settimana si terranno alcuni incontri del sindacato con l’Ufficio Scolastico Territoriale e Torino, al fine di discutere sul da farsi e per decidere i dati ufficiali.
In ogni caso, la condizione è decisamente preoccupante: con questi numeri, si creerà inevitabilmente una situazione insostenibile, sia per gli alunni che per i docenti. Potrebbero, di fatto, verificarsi casi di classi formate al di fuori delle regole ed in violazione delle norme in vigore in materia di sicurezza, oppure si potrebbe arrivare addirittura alla soppressione di alcuni indirizzi scolastici.
Le motivazioni del Ministero di Roma sono principalmente economiche. Una politica dei tagli che non si occupa né dei reali bisogni del territorio, né di quelli delle singole scuole, continuando a guardare all’istruzione come ad un costo anziché un investimento per il futuro del Paese.
Virginia Cerato
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