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Economia

Provincia, dipendenti preoccupati

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Grande preoccupazione per il futuro dei dipendenti della Provincia. L’altra mattina, nell’aula consiliare del palazzo di via Lamarmora, Cgil, Cisl e Uil hanno riunito tutto il personale per discutere della difficile situazione dell’ente. Al centro dell’assemblea sindacale la decisione, da parte del Governo, di approvare un emendamento alla legge di stabilità che, per fare cassa, prevede di tagliare il 50% del personale delle Province e il 30% di quello delle Città metropolitane.

Grande preoccupazione per il futuro dei dipendenti della Provincia. L’altra mattina, nell’aula consiliare del palazzo di via Lamarmora, Cgil, Cisl e Uil hanno riunito tutto il personale per discutere della difficile situazione dell’ente. Al centro dell’assemblea sindacale la decisione, da parte del Governo, di approvare un emendamento alla legge di stabilità che, per fare cassa, prevede di tagliare il 50% del personale delle Province e il 30% di quello delle Città metropolitane.
«In questo momento – ha esordito Antonio Salamone, Fp Cgil – tutte le sedi delle Province italiane sono occupate dal personale. Ma il Governo intende, in maniera testarda, andare avanti per la sua strada».
Il taglio lineare del 50% previsto nella finanziaria, sulla quale nella serata di ieri il Governo ha posto la questione di fiducia, riguarderebbe le funzioni delegate, cioè quelle esercitate già oggi per conto della Regione, e non quelle proprie della Provincia. Nella sostanza, per il Biellese, sarebbero a rischio circa la metà degli attuali 170 dipendenti. «In teoria – ha proseguito Salamone – dovrebbe essere proprio la Regione ad assorbire il personale che verrà tagliato. Tuttavia, considerando la difficile situazione economica di Palazzo Lascaris il rischio che si sta delineando è che il personale in esubero possa essere messo in mobilità». Il presidente della Provincia, Emanuele Ramella Pralungo, ha cercato di rassicurare i dipendenti, ma i dubbi restano.
Del resto, numeri alla mano, i dipendenti delle Province italiane sono 56.000; dunque bisognerebbe riallocare 28.000 lavoratori e il pericolo che si profila è che non ci sia spazio per tutti. «Siamo molto allarmati perchè il Governo vuole risparmiare 860 milioni di euro a tutti i costi e i tagli appaiono ormai scritti. Occorre tenere presente, però, che il vero problema è di risorse. Nemmeno chi svolge funzioni proprie può stare tranquillo perchè di questo passo, prima o poi, dovrà comunque affrontare una ristrutturazione dell’organico». Un concetto ribadito, al termine dell’assemblea, da Mario Paonessa, Fp Cgil: «Bisogna farsi sentire, dobbiamo mobilitarci ed essere coesi. Ci si salva tutti insieme, altrimenti non si salva nessuno».
La soluzione più appetibile, al momento, per i dipendenti, è che sia lo Stato in prima persona ad assorbirli, attraverso gli uffici ministeriali, i tribunali o l’Agenzia delle entrate. Sullo sfondo, però, incombono i due anni di mobilità, la cassa integrazione ed anche il licenziamento. Tutte ipotesi che renderanno ben poco sereno il Natale di 170 famiglie biellesi.

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