Economia
Lavoratori Atap sul piede di guerra
Per capire il perché di queste forti affermazioni bisogna fare un passo indietro, più precisamente al marzo di quest’anno. Appena un mese fa era stato indetto un referendum tra i dipendenti Atap per siglare un accordo tra i sindacati e Atap. Quest’intesa, approvata con il 64% dai lavoratori, prevedeva una decurtazione dello stipendio di 80 euro, un allungamento dei turni di lavoro e lo stop degli autobus che in alcuni casi non sarebbero più rientrati nei depositi, ma avrebbero sostato nei comuni che ne hanno dato la disponibilità.
Stato di agitazione tra lavoratori e lavoratrici Atap. Lo proclamano le R.S.U. (Rappresentanze Sindacali Unitarie, un organismo sindacale che esiste in ogni luogo di lavoro pubblico e privato e rappresenta tutti i lavoratori). Quest’ultime danno l’avviso che a breve verranno comunicate le forme di lotta con cui si vuole intraprendere la protesta. Il problema sorge da un inaspettato taglio dello stipendio nella busta paga. I lavoratori si sono visti volare via dai 300 ai 400 euro senza alcuna comunicazione da parte dell’azienda.
Per capire il perché di queste forti affermazioni bisogna fare un passo indietro, più precisamente al marzo di quest’anno. Appena un mese fa era stato indetto un referendum tra i dipendenti Atap per siglare un accordo tra i sindacati e Atap. Quest’intesa, approvata con il 64% dai lavoratori, prevedeva una decurtazione dello stipendio di 80 euro, un allungamento dei turni di lavoro e lo stop degli autobus che in alcuni casi non sarebbero più rientrati nei depositi, ma avrebbero sostato nei comuni che ne hanno dato la disponibilità.
I sindacati, quindi, hanno diffuso un volantino paragonando l’azienda ad un mostro succhia soldi ed accusandola di non aver rispettato gli accordi. Di fatto, l’azienda ha tagliato le diarie, un rimborso giornaliero che si andava a sommare allo stipendio. L’Atap, di risposta, ha così deciso di revocare la riunione del 9 aprile, sostenendo che sono venute meno le condizioni ambientali imprescindibili per lo svolgimento di un confronto in quanto il volantino ‘incriminato’ sarebbe inaccettabile, nel metodo pretestuoso e nel contenuto falsificante la realtà oggettiva dei fatti.
«Il documento è composto per l’80% da domande e non voleva essere assolutamente offensivo. La riunione verteva su tre punti in particolare: la cassa integrazione in deroga, le diarie e le procedure di mobilità già avviate dall’azienda. Quest’ultima non ha revocato solo una parte dell’incontro, ma tutto» spiega Lorenzo Boffa Sandalina, segretario del settore trasporti Cgil Biella. Ritorniamo così al punto: le R.S.U definiscono come un atto gravissimo quello compiuto da Atap, con cui si sottrae al confronto. Il sindacato accusa ancora l’amministrazione di cogliere l’occasione di un volantino definito provocatorio per non rispondere alle legittime domande poste.
Mario Monteleone
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