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Economia

La Croce Rossa in sciopero

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La Croce Rossa Italiana incrocia le braccia. Lo sciopero, che riguarda esclusivamente il personale dipendente con contratto a tempo indeterminato e determinato, si terrà venerdì, 4 aprile.

La Croce Rossa Italiana incrocia le braccia. Lo sciopero, che riguarda esclusivamente il personale dipendente con contratto a tempo indeterminato e determinato, si terrà venerdì, 4 aprile. L’astensione è stata indetta a livello nazionale, dopo che dal primo di gennaio Croce Rossa è diventata un’associazione di diritto privato e nasce «per protestare contro i vertici della Croce rossa italiana che hanno fatto carta straccia degli impegni presi e formalizzati nel protocollo d’intesa del 27 febbraio scorso con i sindacati».

A Biella il personale dipendente conta dieci lavoratori circa, ai quali verrà applicato il contratto delle pubbliche assistenze ANPAS.

«Lo stipendio medio di un dipendente – spiega il segretario provinciale Piero Massara – si aggira intorno ai 1200 euro. Il nuovo contratto prevede una decurtazione del 30% circa dell’attuale busta paga, il che significa che ogni dipendente arriverà a stento a prendere un  migliaio di euro al mese di retribuzione».

«Si vuole scaricare il peso di decenni di cattiva gestione – spiega Mario Bustone della Cisl Fp, da 14 anni lavoratore precario con contratto a tempo determinato – sulle spalle dei lavoratori ai quali si vuole applicare, senza nessuna norma di raccordo, un nuovo contratto di lavoro con un salario ridotto del 30%. Se  dovesse passare questa impostazione, lo stipendio medio base verrebbe ridotto da 1566 a1367 euro lordi, con un netto in busta paga di circa1000 euro».

Cgil-Cisl-Uil Funzione Pubblica lamentano l’assenza di garanzie sui livelli occupazionali, la riduzione dei salari e l’assoluta precarietà dei contratti a termine. L’accordo, secondo i sindacati, era quello di gestire il passaggio contrattuale dei lavoratori, dal pubblico al privato, attraverso la salvagurdia di diritti e retribuzioni.
In Piemonte, su quasi 400 lavoratori complessivi, il 50%, circa 200 addetti, ha un contratto a tempo determinato, una quarantina sono invece militari, un centinaio interinali e le restanti 40-50 unità hanno un contratto a tempo indeterminato.

«Stiamo parlando soprattutto di lavoratori precari – conclude, Mario Bustone della Cisl Fp – a cui viene rinnovato il contratto da oltre dieci anni e con nessuna garanzia sul loro futuro. Come nelle più classiche delle commedie all’italiana sono lavoratori cornuti e mazziati».

Per quanto riguarda la protesta a livello provinciale c’è da segnalare che il comitato locale farà di tutto affinchè non si verifichino disagi per gli utenti.

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