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Economia

“Chef per un giorno”, cucina alternativa a Città Studi

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”Non ci sono limiti a ciò che si può fare in cucina, eccetto i limiti che accettiamo nella nostra mente”.  Con questi presupposti gli allievi del corso di specializzazione professionale in “tecnico di cucina, giovedì hanno  partecipato ad una sorta di saggio di metà anno, prima di intraprendere lo stage in azienda.

Cucina alternativa a Città Studi
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”Non ci sono limiti a ciò che si può fare in cucina, eccetto i limiti che accettiamo nella nostra mente”.  Con questi presupposti gli allievi del corso di specializzazione professionale in “tecnico di cucina, giovedì hanno  partecipato ad una sorta di saggio di metà anno, prima di intraprendere lo stage in azienda.

Il corso, rivolto ai disoccupati con più di 18 ani in possesso di qualifica professionale, è iniziato lo scorso 20 novembre e terminerà il prossimo 26 giugno e prevede 600 ore complessive. Le lezioni si sono tenute presso le aule e il laboratorio di cucina di Città Studi Biella. Il percorso didattico prevede più di 100 ore di attività pratica nel laboratorio di  cucina e circa due mesi intensivi in azienda per l’attività di stage. La classe di quest’anno è composta da 17 partecipanti. Si tratta di Nadine Abiza; Riccardo Becchia; Eric Busca; Brunella Castaldi; Soufia Chahine; Denise Ciscato; Monica Costanzo; Marianna Finotti; Freddy Oscar Pauli Garcia; Chiara Garini; Martina Gobbato; Marta Andrea Leona; Stefano Cicero Lo; Mario Multone; Katerina Stecher; Tommaso Tino; Consuelo Vidano.

In particolare il saggio di quest’anno è stato incentrato sulle pari opportunità e sulla cucina alternativa. Un progetto didattico che si inserisce all’interno della metodologia innovativa di “Chef per un giorno” che prevede la realizzazione di realizzazione di un percorso multiscipilinare su varie tematiche sia in ambito culinario che culturale. “E’ nata così l’idea di proporre – spiegano gli insegnanti –  agli allievi una riflessione sul tema delle Pari opportunità per motivare e incentivare la cooperazione allo sviluppo e al rafforzamento di tale argomento in tutti gli ambiti della vita professionale e quotidiana. Il cibo integratore culturale, favorisce la comunicazione; è conferma di diversità ma anche voglia di condivisione. Mettere sul piatto discussioni utili su come superare barriere sociali, culturali e psicologiche. Pensare alle differenze, come valore, di riconoscere stereotipi e pregiudizi ancora oggi esistenti, diventare interpreti di buone pratiche educative su Pari Opportunità”.

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