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Cronaca

Volpe uccisa con un colpo di fucile

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Volpe in cerca di cibo viene uccisa da un colpo di fucile, rabbia a Coggiola per l’animaletto che ormai era diventato quasi domestico. E’ successo nei giorni scorsi  in località. La volpe da mesi si aggirava per la frazione in cerca di cibo, era infatti ormai abituata alla presenza dell’uomo e si nutriva spesso insieme ad altri gatti randagi. Insomma non dava fastidio proprio a nessuno. Stando alle testimonianze e alle prime verifiche, l’animale sembrerebbe proprio essere stato ucciso da un colpo d’arma da fuoco. Infatti, sul suo corpo sono chiaramente visibili un foro d’entrata e uno d’uscita. Il gesto secondo le dichiarazioni di una residente sarebbe stato dettato soltanto dalla cattiveria. “Ormai qui non ci sono più pollai, quindi non c’erano pericoli – racconta una cittadina –. Non si tratta di un esemplare di grosse dimensioni, sarà stato grande più o meno come due gatti. Quando veniva dato del cibo ai gatti randagi, si metteva lì e aspettava di mangiare anche lei, ormai si fidava dell’uomo. Ma si vede che a qualcuno dava fastidio questa presenza”.
Forse però, l’animale si è fidato anche dell’essere umano sbagliato, che “tradendo” la sua fiducia l’ha barbaramente ucciso. La povera volpe è stata quindi poi sepolta domenica scorsa da chi l’aveva ritrovata tragicamente morta nella zona antica del Ciotto, vicino a una scalinata. Il primo cittadino di Coggiola, Gianluca Foglia Barbisin, ci ha comunque tenuto a evidenziare la pericolosità del colpo di arma da fuoco anche per l’intera popolazione. Infatti il proiettile è stato esploso in una zona abitata. «E’ sicuramente – ha sottolineato il sindaco intervistato  – un atto crudele verso l’animale, che era praticamente stato “adottato” dalla frazione e che da quanto si dice non creava alcun problema. Ma oltre al discorso di sensibilità umana, c’è anche quello legato alla sicurezza. Sparare in un centro dove ci sono case è pericoloso. Approfondiremo sicuramente con gli organi preposti se questo dovesse ripetersi ancora». La vicenda è stata anche commentata su Facebook, numerosi i messaggi di denuncia.

Volpe in cerca di cibo viene uccisa da un colpo di fucile, rabbia a Coggiola per l’animaletto che ormai era diventato quasi domestico. E’ successo nei giorni scorsi  in località. La volpe da mesi si aggirava per la frazione in cerca di cibo, era infatti ormai abituata alla presenza dell’uomo e si nutriva spesso insieme ad altri gatti randagi. Insomma non dava fastidio proprio a nessuno. Stando alle testimonianze e alle prime verifiche, l’animale sembrerebbe proprio essere stato ucciso da un colpo d’arma da fuoco. Infatti, sul suo corpo sono chiaramente visibili un foro d’entrata e uno d’uscita. Il gesto secondo le dichiarazioni di una residente sarebbe stato dettato soltanto dalla cattiveria. “Ormai qui non ci sono più pollai, quindi non c’erano pericoli – racconta una cittadina –. Non si tratta di un esemplare di grosse dimensioni, sarà stato grande più o meno come due gatti. Quando veniva dato del cibo ai gatti randagi, si metteva lì e aspettava di mangiare anche lei, ormai si fidava dell’uomo. Ma si vede che a qualcuno dava fastidio questa presenza”.
Forse però, l’animale si è fidato anche dell’essere umano sbagliato, che “tradendo” la sua fiducia l’ha barbaramente ucciso. La povera volpe è stata quindi poi sepolta domenica scorsa da chi l’aveva ritrovata tragicamente morta nella zona antica del Ciotto, vicino a una scalinata. Il primo cittadino di Coggiola, Gianluca Foglia Barbisin, ci ha comunque tenuto a evidenziare la pericolosità del colpo di arma da fuoco anche per l’intera popolazione. Infatti il proiettile è stato esploso in una zona abitata. «E’ sicuramente – ha sottolineato il sindaco intervistato  – un atto crudele verso l’animale, che era praticamente stato “adottato” dalla frazione e che da quanto si dice non creava alcun problema. Ma oltre al discorso di sensibilità umana, c’è anche quello legato alla sicurezza. Sparare in un centro dove ci sono case è pericoloso. Approfondiremo sicuramente con gli organi preposti se questo dovesse ripetersi ancora». La vicenda è stata anche commentata su Facebook, numerosi i messaggi di denuncia.

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