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Cronaca

VIDEO – Ecco le immagini della rapina al distributore Repsol di Ponderano

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Rapina al distributore Repsol di Ponderano. Lunedì sera, alle 20, proprio nell’orario di chiusura, un uomo con il volto coperto da un passamontagna e un casco da moto integrale, è entrato dalla porta sul retro del bar della stazione di servizio e ha costretto la titolare a consegnargli tutto il denaro. Sono stati momenti interminabili per Francesca Scollica, 30 anni, mamma di tre figli. La donna impietrita dalla paura ha consegnato i soldi al malvivente che ha usato maniere forti nei sui confronti. “Mentre stavo uscendo per tornare a casa me lo sono trovata innanzi alla porta – racconta con un filo di voce e con il volto stanco e segnato da quella terribile esperienza -.. Lui mi ha spintonata all’interno, poi mi ha afferrata per un braccio stringendo forte e mi ha strattonata con violenza. Una volta all’interno in un italiano incerto con marcato accento slavo mi ha intimato di consegnargli tutto l’incasso. Ero terrorizzata e quasi non riuscivo a muovermi dalla paura. Sono stati istanti interminabili durante i quali ho pensato che potesse succedermi qualsiasi cosa”.
Il rapinatore nel giro di una manciata di minuti si è avventato sulla cassa del bar e l’ha svuotata. Poi ha afferrato il ricavato della giornata del distributore di benzina, già riposto nella borsa della donna e, non contento, ha preteso anche l’incasso delle slot machines. Un bottino totale che si aggira intorno ai 25 mila euro. “Prima di andarsene mi ha minacciata “Non muoverti e non chiamare nessuno, altrimenti fai una brutta fine”. Parole che mi hanno gelato il sangue e stordita per una buona mezz’ora”. Gli ho obbedito, avevo paura. Sebbene avessi il cellulare a portata di mano non l’ho usato. Dopo qualche minuto è squillato il telefonino. Era mio marito. Non ho risposto. Ero ancora sotto shock. Poi è arrivata una chiamata sul telefono fisso. A quel punto mi sono fatta coraggio e ho alzato la cornetta. Era sempre mio marito, preoccupato del mio ritardo. Gli ho raccontato singhiozzando e con un filo di voce quello che era appena successo. E’ corso subito da me”. Nel frattempo il ladro è uscito, sempre dalla porta sul retro, ha chiuso a chiave la titolare e con l’auto della donna, una Golf Volksvagen, si è dileguato. L’auto è stata trovata dalla polizia a duecento metri di distanza in via per Borriana. Il malvivente, con tutta probabilità aveva parcheggiato lì la sua moto. Le due telecamere di sorveglianza hanno filmato tutto. Si vede distintamente il rapinatore arrivare a piedi con il casco in testa. Un uomo alto e di corporatura robusta. Il suo passo è veloce e deciso. Si ferma solo un attimo quando si accorge che sta arrivando un’auto a fare rifornimento. Appena la vettura esce dal piazzale, entra in azione in modo fulmineo. L’altra telecamera, all’interno del bar, riprende i minuti della rapina. La titolare non oppone resistenza e consegna il denaro all’uomo. “Ho notato che aveva qualcosa in mano – continua la donna ancora fortemente provata -. Non ho avuto il coraggio di guardare di cosa si trattasse, tanta è stata la paura”.
Sulla vicenda indagano carabinieri e polizia. Le telecamere potrebbero loro dare una mano ad individuare il colpevole.
e.f.

Rapina al distributore Repsol di Ponderano. Lunedì sera, alle 20, proprio nell’orario di chiusura, un uomo con il volto coperto da un passamontagna e un casco da moto integrale, è entrato dalla porta sul retro del bar della stazione di servizio e ha costretto la titolare a consegnargli tutto il denaro. Sono stati momenti interminabili per Francesca Scollica, 30 anni, mamma di tre figli.

La donna impietrita dalla paura ha consegnato i soldi al malvivente che ha usato maniere forti nei sui confronti. “Mentre stavo uscendo per tornare a casa me lo sono trovata innanzi alla porta – racconta con un filo di voce e con il volto stanco e segnato da quella terribile esperienza -.. Lui mi ha spintonata all’interno, poi mi ha afferrata per un braccio stringendo forte e mi ha strattonata con violenza. Una volta all’interno in un italiano incerto con marcato accento slavo mi ha intimato di consegnargli tutto l’incasso. Ero terrorizzata e quasi non riuscivo a muovermi dalla paura. Sono stati istanti interminabili durante i quali ho pensato che potesse succedermi qualsiasi cosa”.
Il rapinatore nel giro di una manciata di minuti si è avventato sulla cassa del bar e l’ha svuotata. Poi ha afferrato il ricavato della giornata del distributore di benzina, già riposto nella borsa della donna e, non contento, ha preteso anche l’incasso delle slot machines. Un bottino totale che si aggira intorno ai 25 mila euro. “Prima di andarsene mi ha minacciata “Non muoverti e non chiamare nessuno, altrimenti fai una brutta fine”. Parole che mi hanno gelato il sangue e stordita per una buona mezz’ora”. Gli ho obbedito, avevo paura. Sebbene avessi il cellulare a portata di mano non l’ho usato. Dopo qualche minuto è squillato il telefonino. Era mio marito. Non ho risposto. Ero ancora sotto shock. Poi è arrivata una chiamata sul telefono fisso. A quel punto mi sono fatta coraggio e ho alzato la cornetta. Era sempre mio marito, preoccupato del mio ritardo. Gli ho raccontato singhiozzando e con un filo di voce quello che era appena successo. E’ corso subito da me”. Nel frattempo il ladro è uscito, sempre dalla porta sul retro, ha chiuso a chiave la titolare e con l’auto della donna, una Golf Volksvagen, si è dileguato. L’auto è stata trovata dalla polizia a duecento metri di distanza in via per Borriana. Il malvivente, con tutta probabilità aveva parcheggiato lì la sua moto. Le due telecamere di sorveglianza hanno filmato tutto. Si vede distintamente il rapinatore arrivare a piedi con il casco in testa. Un uomo alto e di corporatura robusta. Il suo passo è veloce e deciso. Si ferma solo un attimo quando si accorge che sta arrivando un’auto a fare rifornimento. Appena la vettura esce dal piazzale, entra in azione in modo fulmineo. L’altra telecamera, all’interno del bar, riprende i minuti della rapina. La titolare non oppone resistenza e consegna il denaro all’uomo. “Ho notato che aveva qualcosa in mano – continua la donna ancora fortemente provata -. Non ho avuto il coraggio di guardare di cosa si trattasse, tanta è stata la paura”.
Sulla vicenda indagano carabinieri e polizia. Le telecamere potrebbero loro dare una mano ad individuare il colpevole.
e.f.

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