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Cronaca

Ucciso da aneurisma a soli 53 anni. Nel 2014 il dramma del fratello minore

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E’ rimasto in coma per alcuni giorni, ha lottato, ma le sue condizioni erano troppo gravi e alla fine si è dovuto arrendere. Si è spento venerdì pomeriggio Gianluca Brasi, 53 anni, volto molto noto in città e a Pavignano, quartiere in cui è cresciuto, nonché stimato dipendente della Bottega Verde da diversi anni.

 

E’ rimasto in coma per alcuni giorni, ha lottato, ma le sue condizioni erano troppo gravi e alla fine si è dovuto arrendere. Si è spento venerdì 23 giugno Gianluca Brasi, 53 anni, volto molto noto in città e a Pavignano, quartiere in cui è cresciuto, nonché stimato dipendente della Bottega Verde da diversi anni.

Era ricoverato all’ospedale “Degli Infermi” da dieci giorni, da martedì 13 giugno, quando era stato colpito da un tanto improvviso quanto fatale aneurisma cerebrale. E’ possibile che sia successo durante la pausa pranzo. Infatti l’uomo, tornato a casa, non era più rientrato al lavoro. E’ stata la compagna Sara, in serata, a trovarlo privo di sensi e a chiamare i soccorsi. Da lì la corsa all’ospedale, il ricovero in Rianimazione e lo stato di coma dal quale non si è più ripreso. Venerdì il suo cuore ha smesso di battere.

C’erano un intero quartiere e le tantissime persone che hanno avuto modo di apprezzarlo a dirgli addio, lunedì pomeriggio, a Pavignano. La chiesa non è bastata a contenerle tutte.

Amici, colleghi e parenti si sono stretti in un ideale abbraccio alla compagna Sara e alla figlia Federica, ma soprattutto alla mamma Annamaria, piegata dal dolore della morte di un figlio. Un’esperienza tragica e inimmaginabile che purtroppo la donna si trova a vivere per la seconda volta.

 

Tragedia nella tragedia

La morte di Gianluca Brasi, purtroppo, non è il primo gravissimo lutto che ha colpito la sua famiglia. Prima di lui, già parecchi anni fa, se n’era andato il papà. Nel 2014, invece, un tragico destino – anche questa volta improvviso – si era portato via Stefano, il fratello minore. Aveva solo 44 anni. Un arresto cardiaco lo aveva ucciso in una notte di fine maggio. A tradirlo era stato quel cuore che già in passato gli aveva dato problemi. L’anno prima aveva infatti avuto un’ischemia coronarica, era stato operato e sembrava si stesse riprendendo. Pochi giorni prima si era sottoposto a un controllo di routine, era tutto a posto, stava bene. Poi l’ischemia fatale.

La morte lo aveva colto nella casa di mamma Annamaria. La donna era stata la prima ad accorgersi che stava male, Stefano si era spento tra le sue braccia.

Ora un fato ingiusto l’ha costretta a rivivere la terribile esperienza di vedere un figlio andarsene. Le stesse lacrime, le stesse persone per l’ultimo saluto, lo stesso straziante dolore.

 

Il figlio maggiore, un punto di riferimento

Era stato proprio Gianluca, dopo la prematura scomparsa del padre, a farsi carico della famiglia, a diventare un punto di riferimento, un appoggio per tutti. Ancora di più in seguito alla morte di Stefano.

«Era un uomo estremamente semplice e generoso – lo ricorda chi lo ha conosciuto -, attento e presente. Premuroso. Sia lui che Stefano erano delle gran belle persone, meravigliose, cresciute nello stesso modo da persone altrettanto belle. Non doveva finire così».

 

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