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Cronaca

Tutta la verità sui furbetti del vaccino denunciati a Biella

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BIELLA – Sono 23 gli avvisi di garanzia per i furbetti del vaccino.

Tutto nasce da un esposto

L’indagine ha preso le mosse da un esposto che evidenziava le gravi anomalie verificatesi fra la seconda e la terza settimana di gennaio nella somministrazione delle dosi vaccinali SARS-COVID 19 presso la ASL di Biella.

Il 28 gennaio la procura ha provveduto ad acquisire gli elenchi, estratti dalla Piattaforma SIRVA (Sistema Informativo Regionale per la gestione delle Vaccinazioni), di tutti i vaccinati, a tale data 6131, sia in ambito ospedaliero, che presso le RSA.

Già da subito sono emerse delle anomalie

Già da una loro prima analisi sommaria emergeva che alcuni soggetti (dell’ordine di centinaia) non avrebbero dovuto essere vaccinati in quella prima fase. Parliamo della prima fase del Piano vaccinale Arcuri del 17 novembre 2020 allora in vigore.

Gli elenchi inviati alle Agenzia delle Entrate di Biella

Per questo, gli elenchi estratti dalla piattaforma SIRVA della Regione Piemonte sono stati inviati all’Agenzia delle Entrate di Biella affinché venissero effettuati gli accertamenti sull’attività lavorativa svolta dai soggetti vaccinati e, conseguentemente l’effettiva appartenenza alle categorie contemplate nel piano vaccinale e nelle disposizioni della Regione Piemonte. Nel frattempo, è stata acquisita dalla ASL tutta la documentazione relativa al piano vaccinale.

Dei 6000 nomi ne sono rimasti 450

Ottenuti i dati richiesti, dai 6000 nomi sono stati stralciati quelli rientranti nelle categorie autorizzate e si è proceduto ad analizzare i rimanenti 450 soggetti. Di queste 450 posizioni rimaste da analizzare, è stata effettuata una seconda “scrematura” accantonando, ad esempio, quelle relative ai volontari “attivi” ed agli altri soggetti che a seguito delle disposizioni regionali dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte, nel frattempo intervenute, avevano diritto alla somministrazione del vaccino.

Mancati controlli da parte dell’ASL

Le rimanenti posizioni, sono state controllate a campione. La verifica, effettuata in co-delega da parte dei NAS e della Sezione di PG-CC sede ha interessato circa 180 nominativi. Delle 120 persone sentite in Procura, alcune, avevano ricevuto il vaccino senza averne diritto a causa dei mancati controlli della ASL, altre, avevano attestato, contrariamente al vero, di far parte delle categorie indicate.

Individuate tre fattispecie distinte

Sotto il profilo dell’accertamento delle responsabilità individuali, la Procura ha ritenuto orientarsi verso tre fattispecie distinte. La prima riguarda la condotta omissiva da parte dei vertici ASL riguardo ai soggetti non aventi diritto vaccinatisi, appunto, presso la ASL (ipotesi di reato : art. 328 comma 1 cp).7 La seconda, riguarda la condotta commissiva , da parte di legali rappresentanti, direttori di struttura , direttori sanitari e terzi estranei in concorso con questi ultimi, tradottasi in peculato. Per distrazione (art. 314cp) con riferimento a soggetti che hanno ricevuto la somministrazione del vaccino presso alcune RSA della provincia. La terza, riguarda i soggetti, tutti medici in pensione, che hanno dichiarato il falso nell’autocertificazione (introdotta solo l’11 gennaio) affermando di essere in servizio attivo. Nei confronti di questa categoria l’Ufficio verificherà e adotterà caso per caso le decisioni da intraprendere.

23 informazioni di garanzia

L’ufficio da atto che sono state inviate (e ricevute, come da conferma di avvenuta notifica) 23 informazioni di garanzia e non 60 come è stato, in maniera inesatta, già comunicato da altri giornali sulla base di fonti non autorizzate e inesatte.

Nella foto, da sinistra, seduti: colonnello Mauro Fogliani (comandante provinciale carabinieri Biella), il procuratore capo Teresa Angela Camelio e il luogotenente Tindaro Gullo

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