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Biella

Tentato omicidio, la barista non ci ripensa: “Troppo scioccante, non riaprirò”

Nonostante gli appelli, la titolare è irremovibile: «Non me la sento più». E racconta quei drammatici momenti

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«Ringrazio chi mi ha chiesto di ripensarci, ma non cambio idea. Ormai ho deciso: non riaprirò il bar». E’ irremovibile Samantha Veronese, la titolare dell’Angolo dei Folletti di Andorno Micca, dove due settimane fa un quarantenne ha accoltellato senza motivo due persone, una delle quali peraltro è proprio il compagno della donna.

Nei giorni scorsi in tanti, a partire dal sindaco Davide Crovella, le avevano chiesto di tornare sui propri passi e riprendere il suo posto dietro al bancone, ma Veronese è categorica.

«Sono sempre sola nel locale – spiega -, è stato un caso che quella sera ci fosse anche il mio compagno. Non posso fare a meno di pensare a cosa sarebbe successo se non ci fosse stato lui, se fossi intervenuta io. Probabilmente sarei morta. Onestamente adesso ho paura, ho 51 anni e non me la sento più. Chiudo il bar, dopo 18 anni mi cercherò un altro lavoro; questa al momento è l’unica certezza che ho».

La commerciante è comprensibilmente sconvolta dopo aver assistito all’intera aggressione, il cui bilancio è stato di due persone ferite, con prognosi di 30 e 35 giorni.

«Al mio compagno – racconta – hanno dato 27 punti interni e 32 esterni. Lui ha un carattere forte, non so se sia vero ma dice che sta bene ed è soltanto preoccupato per me, io invece non ce la faccio. Continuo a ripensarci. Sono cose che non dovrebbero succedere, perché se una persona ha già dimostrato di essere pericolosa non dovrebbe poter andare in giro liberamente ed entrare in un bar con un coltello».

A questo proposito la donna ci tiene a sottolineare che la nazionalità non c’entra nulla: «Non ne faccio, e mi auguro che nessuno ne faccia, una questione di etnia. Qui in valle vivono tante persone di origine nordafricana, persone in gamba e perfettamente integrate. I delinquenti possono essere di ogni nazionalità, tutto il mondo è paese. E’ una questione di leggi e di lentezza della giustizia: quanti reati bisogna commettere prima di finire in carcere? Onestamente mi sembra di vedere sempre più persone un po’ “fuori di testa” e io non ho più voglia di rischiare di trovarmi di fronte a quella sbagliata, sapendo che non sarei in grado di gestire la situazione. Per non parlare del trattamento riservato alle forze dell’ordine, che andrebbero tutelate di più quando hanno a che fare con soggetti pericolosi».

Samantha ha ancora davanti agli occhi l’aggressione, che ricostruisce con estrema lucidità.

«Non conoscevo quell’uomo – ricorda -, ma quand’è entrato per qualche ragione ho avuto subito cattive sensazioni. Mi ha chiesto una birra e io gliel’ho servita. Non aveva i soldi per pagare, gli ho detto “non fa niente, poi ci aggiustiamo”, per evitare possibili grane. Lui ha risposto: “Sei una brava donna, dopo ho una sorpresa”».

Di lì a poco la situazione è degenerata: il quarantenne ha importunato una cliente, arrivando a toccarle il sedere.

«Lei e il marito si sono comprensibilmente arrabbiati e gli hanno chiesto spiegazioni – continua la 51enne -, è quindi intervenuto il mio compagno, invitando tutti alla calma e chiedendo allo sconosciuto di andarsene. Mentre lo accompagnava all’uscita, improvvisamente quest’uomo ha iniziato a sferrargli dei pugni, che lui ha fortunatamente schivato in buona parte, poi però l’aggressore ha estratto il coltello, tentando di pugnalarlo alla pancia. E’ in quel frangente che il mio compagno si è sbilanciato ed è inciampato per evitare i suoi fendenti e lui ne ha approfittato per colpirlo alla fronte con il coltello. Sembrava voler fare male a chiunque: quando il mio compagno lo ha visto dirigersi verso la saletta, dove c’erano altri clienti, ha temuto il peggio e ha lanciato delle sedie per provare a sbarrargli la strada».

«In quel momento – prosegue la drammatica ricostruzione di Samantha Veronese – è intervenuto l’altro ragazzo nel tentativo di fermarlo: non aveva ancora visto che in mano aveva il coltello e purtroppo è stato pugnalato a sua volta. In pochi secondi si sono ritrovati fuori dal locale, il quarantenne stava sopra al ragazzo a terra e continuava a cercare di accoltellarlo al volto e alla pancia, lui si riparava come poteva con le braccia. Appena si è ripreso, il mio compagno si è precipitato fuori e glielo ha tolto di dosso. A quel punto, dopo tutta questa follia, quell’uomo si è allontanato come se niente fosse. Fortunatamente c’era anche mio fratello, che subito dopo ha provato a fermare le emorragie in attesa dell’arrivo di ambulanza e carabinieri, giunti poco dopo».

«Ripensando a tutto questo – conclude -, l’unica consolazione è che non ci sia scappato il morto, perché bastava veramente pochissimo per trasformare tutta questa brutta storia in una tragedia».

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2 Commenti

1 Commento

  1. Francesca

    11 Maggio 2023 at 15:23

    riaprire i manicomi è l’unica soluzione

    • 174VAM

      12 Maggio 2023 at 0:29

      anche rimandare qualcuno da dove è arrivato potrebbe essere una buona alternativa

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