Cronaca
Sono salva per miracolo
Manuela Congiu: «Mi occupo di consegnare la posta nel quartiere San Paolo di Biella – spiega – e per farlo mi è stato dato in dotazione una macchinetta a quattro ruote». La donna era al volante di quella piccolissima citycar quando si è verificato l’incidente: «Venivo giù da via Trieste – racconta – quando un ragazzo che arrivava dalla mia sinistra non si è fermato e mi ha preso in pieno».
«Ho senito un colpo fortissimo, poi tutto che vibrava». E’ inquietante il racconto di Manuela Congiu, la portalettere di 32 anni che nei giorni scorsi è rimasta coinvolta in uno spaventoso incidente avvenuto in via Trento.
«Mi occupo di consegnare la posta nel quartiere San Paolo di Biella – spiega – e per farlo mi è stato dato in dotazione una macchinetta a quattro ruote». La donna era al volante di quella piccolissima citycar elettrica quando si è verificato l’incidente: «Venivo giù da via Trieste – racconta – quando un ragazzo che arrivava dalla mia sinistra non si è fermato e mi ha preso in pieno». Sono stati attimi di tensione: «Ho avuto paura – racconta la postina – ho sentito la botta e tutto che vibrava, così mi sono protetta la testa con il braccio, un attimo dopo ero per terra, ribaltata. E’ stato un colpo tremendo». Scattato l’allarme sul posto è giunta una pattuglia della Polizia Municipale, un’ambulanza medicalizzata del 118 e i Vigili del Fuoco: «Non riuscivo a uscire dal mezzo – spiega – avevo un male al braccio incredibile: era tutto blu, faticavo a muovermi, temevo fosse rotto». La donna era ancora viva, anche se stava tutt’altro che bene: «Mi è venuta una gran nausea e ad un tratto ho sentito che stavo per perdere i sensi. Poi ho visto i Vigili del Fuoco che tagliavano il tettuccio della macchinetta e poco dopo mi hanno estratta e consegnata alle cure del 118».
Il personale medico ha Prestato a Manuela Congiu le prime indispensabili cure sul posto, poi l’ha portata all’ospedale “Degli Infermi” di Biella. le sue condizioni fortunatamente erano meno gravi di quanto sembrasse, tanto che la donna, salvo complicazioni, dovrebbe guarire entro sette giorni. «Sono piena di lividi, ho mal di testa e porto il collare. ma almeno sono viva e vegeta». Lunedì, se tutto va bene, potrebbe già tornare al lavoro.
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