Cronaca
Scatta l’allarme per un plico sospetto davanti a Equitalia
A distanza di alcuni mesi dal falso allarme antrace, la storia purtroppo si ripete in maniera simile davanti alla sede cittadina di Equitalia. Questa volta, però, fortunatamente non ci sono stati disagi per i dipendenti, dato che è successo tutto di notte, quando gli uffici erano chiusi. Ma soprattutto, questa volta si trattava di una semplice… richiesta di rateizzazione lasciata nel posto decisamente sbagliato.
A rendere necessario l’intervento di polizia e vigili del fuoco, nella tarda serata di lunedì, è stato un plico sospetto abbandonato sotto alla porta dello stabile di via Addis Abeba. Notato dagli addetti alla sicurezza, il pacco, avvolto nella carta di giornale, è stato immediatamente segnalato alle forze dell’ordine. E’ successo poco prima delle 23. Nel giro di pochi minuti sono arrivate le Volanti. Dalla Questura è inoltre partita la richiesta d’intervento ai vigili del fuoco, come previsto dal protocollo. Sul luogo sono stati quindi inviati non solo i mezzi normali dei pompieri, ma anche gli specialisti e le attrezzature del Nbcr, il nucleo appositamente formato per operazioni in presenza di sostanze pericolose, coordinati dal funzionario Fabrizio Maniscalco.
Una volta esclusa la possibilità di minacce radioattive o chimiche, grazie all’utilizzo di strumentazioni ad hoc, è stato necessario scongiurare anche il rischio biologico. A quel punto sono intervenuti anche gli artificieri della Questura di Torino e la polizia Scientifica.
Con tutte le precauzioni e le protezioni (da contatto e respiratorie) del caso, il plico è stato aperto. Solo in quel momento è stato possibile comunicare il cessato allarme e tirare un definitivo sospiro di sollievo: all’interno non c’erano polveri particolari, ma soltanto altri fogli di carta. Nello specifico, una richiesta di rateizzazione. In caso contrario, tutto il materiale sarebbe stato raccolto, sigillato e consegnato all’istituto zooprofilattico di Torino, per i necessari ulteriori accertamenti. Qualcosa del genere era già successo a ottobre – a Biella e in altre sedi di Equitalia italiane -, quando la polvere contenuta in alcune buste aveva costretto decine di dipendenti a rimanere chiusi nell’edificio “in quarantena” fino al successivo via libera, arrivato soltanto ore dopo, una volte ottenuti tutti i risultati delle analisi sulla sostanza. Stavolta, fortunatamente, sembra che dietro al “plico sospetto” ci sia soltanto una grande leggerezza che ha provocato un incredibile – e comprensibile – malinteso. La polizia, che si è occupata delle indagini, in breve tempo è riuscita a ricostruire quanto successo. Sembra da escludere, dunque, che ci fosse la volontà di scatenare il panico all’origine del gesto. Gesto che, tuttavia, ha tenuto impegnati poliziotti e vigili del fuoco per quasi tre ore. Soltanto alle 2 di notte, infatti, l’allarme è rientrato.
A distanza di alcuni mesi dal falso allarme antrace, la storia purtroppo si ripete in maniera simile davanti alla sede cittadina di Equitalia. Questa volta, però, fortunatamente non ci sono stati disagi per i dipendenti, dato che è successo tutto di notte, quando gli uffici erano chiusi. Ma soprattutto, questa volta si trattava di una semplice… richiesta di rateizzazione lasciata nel posto decisamente sbagliato.
A rendere necessario l’intervento di polizia e vigili del fuoco, nella tarda serata di lunedì, è stato un plico sospetto abbandonato sotto alla porta dello stabile di via Addis Abeba. Notato dagli addetti alla sicurezza, il pacco, avvolto nella carta di giornale, è stato immediatamente segnalato alle forze dell’ordine. E’ successo poco prima delle 23. Nel giro di pochi minuti sono arrivate le Volanti. Dalla Questura è inoltre partita la richiesta d’intervento ai vigili del fuoco, come previsto dal protocollo. Sul luogo sono stati quindi inviati non solo i mezzi normali dei pompieri, ma anche gli specialisti e le attrezzature del Nbcr, il nucleo appositamente formato per operazioni in presenza di sostanze pericolose, coordinati dal funzionario Fabrizio Maniscalco.
Una volta esclusa la possibilità di minacce radioattive o chimiche, grazie all’utilizzo di strumentazioni ad hoc, è stato necessario scongiurare anche il rischio biologico. A quel punto sono intervenuti anche gli artificieri della Questura di Torino e la polizia Scientifica.
Con tutte le precauzioni e le protezioni (da contatto e respiratorie) del caso, il plico è stato aperto. Solo in quel momento è stato possibile comunicare il cessato allarme e tirare un definitivo sospiro di sollievo: all’interno non c’erano polveri particolari, ma soltanto altri fogli di carta. Nello specifico, una richiesta di rateizzazione. In caso contrario, tutto il materiale sarebbe stato raccolto, sigillato e consegnato all’istituto zooprofilattico di Torino, per i necessari ulteriori accertamenti. Qualcosa del genere era già successo a ottobre – a Biella e in altre sedi di Equitalia italiane -, quando la polvere contenuta in alcune buste aveva costretto decine di dipendenti a rimanere chiusi nell’edificio “in quarantena” fino al successivo via libera, arrivato soltanto ore dopo, una volte ottenuti tutti i risultati delle analisi sulla sostanza. Stavolta, fortunatamente, sembra che dietro al “plico sospetto” ci sia soltanto una grande leggerezza che ha provocato un incredibile – e comprensibile – malinteso. La polizia, che si è occupata delle indagini, in breve tempo è riuscita a ricostruire quanto successo. Sembra da escludere, dunque, che ci fosse la volontà di scatenare il panico all’origine del gesto. Gesto che, tuttavia, ha tenuto impegnati poliziotti e vigili del fuoco per quasi tre ore. Soltanto alle 2 di notte, infatti, l’allarme è rientrato.
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