Cronaca
Rogo a Benna, danni ingenti
E’ ancora in corso la stima dei danni provocati dal vasto incendio che ha devastato un capannone a Benna. Il rogo è divampato nello stabile utilizzato quale magazzino e come piccola aguglieria. Alla base ci sono quasi certamente cause accidentali, in fase d’accertamento da parte di carabinieri e vigili del fuoco.
L’allarme è scattato intorno alle 19,40 di giovedì. In pochi minuti diverse squadre del comando provinciale di via Santa Barbara hanno raggiunto il magazzino, situato in via Papa Giovanni XXIII, al civico 32, area che si trova vicino al confine con Candelo. I pompieri sono riusciti a contenere l’incendio e a circoscrivere il rogo, per poi spegnere definitivamente il fuoco e procedere all’attività di smassamento. Per completare le operazioni sono state necessarie diverse ore. L’intervento si è concluso a notte inoltrata, intorno alle 2. A rendere tutto più complicato, infatti, era ciò che si trovava all’interno dell’edificio, usato per lo stoccaggio di materiale tessile. E’ stato lo stesso utilizzatore del capannone, un 43enne residente a Candelo, a spiegare cosa vi avrebbero trovato i vigili del fuoco impegnati nell’intervento. Vale a dire, in particolare: scatoloni e grossi contenitori di plastica, con coni e rocchetti per la filatura, oltre a cartoni e a parecchio filato di scarto da smaltire. Oltre a lui, nel corso delle operazioni di spegnimento, sul posto è arrivato il proprietario dello stabile, un uomo residente a Candelo.
Necessario anche l’intervento dei tecnici dell’Arpa per la possibile presenza di eternit localizzato nella copertura del magazzino. L’amianto in effetti c’era, ma solo in una parte già adeguatamente protetta in precedenza e non interessata dalle fiamme. I tecnici di Arpa Piemonte, nel corso dei primi accertamenti e del sopralluogo, non hanno rilevato particolari problematiche. Le rilevazioni effettuate per valutare possibili contaminazioni e la presenza di sostanze tossiche nell’aria hanno dato esiti negativi.
Della vicenda si sono occupati anche i carabinieri e la guardia di finanza. Nella serata di giovedì i militari dell’Arma della stazione di Candelo hanno delimitato l’area interessata per consentire ai vigili del fuoco di lavorare al meglio. Adesso sono invece in corso ulteriori verifiche per appurare se chi utilizzava il capannone avesse tutte le necessarie autorizzazioni. Non si trattava di una vera e propria azienda, ma dell’attività condotta a livello individuale da un uomo. Lì dentro accantonava il materiale recuperato altrove, per poi lavorarlo da sé successivamente. All’interno, infatti, c’era una quantità relativamente limitata di materiale (circa 3mila chili).
La struttura è stata dichiarata provvisoriamente inagibile, ma non ha riportato danni strutturali tali da far temere cedimenti.
E’ ancora in corso la stima dei danni provocati dal vasto incendio che ha devastato un capannone a Benna. Il rogo è divampato nello stabile utilizzato quale magazzino e come piccola aguglieria. Alla base ci sono quasi certamente cause accidentali, in fase d’accertamento da parte di carabinieri e vigili del fuoco.
L’allarme è scattato intorno alle 19,40 di giovedì. In pochi minuti diverse squadre del comando provinciale di via Santa Barbara hanno raggiunto il magazzino, situato in via Papa Giovanni XXIII, al civico 32, area che si trova vicino al confine con Candelo. I pompieri sono riusciti a contenere l’incendio e a circoscrivere il rogo, per poi spegnere definitivamente il fuoco e procedere all’attività di smassamento. Per completare le operazioni sono state necessarie diverse ore. L’intervento si è concluso a notte inoltrata, intorno alle 2. A rendere tutto più complicato, infatti, era ciò che si trovava all’interno dell’edificio, usato per lo stoccaggio di materiale tessile. E’ stato lo stesso utilizzatore del capannone, un 43enne residente a Candelo, a spiegare cosa vi avrebbero trovato i vigili del fuoco impegnati nell’intervento. Vale a dire, in particolare: scatoloni e grossi contenitori di plastica, con coni e rocchetti per la filatura, oltre a cartoni e a parecchio filato di scarto da smaltire. Oltre a lui, nel corso delle operazioni di spegnimento, sul posto è arrivato il proprietario dello stabile, un uomo residente a Candelo.
Necessario anche l’intervento dei tecnici dell’Arpa per la possibile presenza di eternit localizzato nella copertura del magazzino. L’amianto in effetti c’era, ma solo in una parte già adeguatamente protetta in precedenza e non interessata dalle fiamme. I tecnici di Arpa Piemonte, nel corso dei primi accertamenti e del sopralluogo, non hanno rilevato particolari problematiche. Le rilevazioni effettuate per valutare possibili contaminazioni e la presenza di sostanze tossiche nell’aria hanno dato esiti negativi.
Della vicenda si sono occupati anche i carabinieri e la guardia di finanza. Nella serata di giovedì i militari dell’Arma della stazione di Candelo hanno delimitato l’area interessata per consentire ai vigili del fuoco di lavorare al meglio. Adesso sono invece in corso ulteriori verifiche per appurare se chi utilizzava il capannone avesse tutte le necessarie autorizzazioni. Non si trattava di una vera e propria azienda, ma dell’attività condotta a livello individuale da un uomo. Lì dentro accantonava il materiale recuperato altrove, per poi lavorarlo da sé successivamente. All’interno, infatti, c’era una quantità relativamente limitata di materiale (circa 3mila chili).
La struttura è stata dichiarata provvisoriamente inagibile, ma non ha riportato danni strutturali tali da far temere cedimenti.
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