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Cronaca

“Quel negoziante mi ha minacciata con una spranga”

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Ha portato il proprio smartphone in un centro per cellulari gestito da cinesi per ripararlo. Ma oltre ad essere truffata è stata persino minacciata dal gestore del negozio. 

Ha portato il proprio smartphone in un centro per cellulari gestito da cinesi per ripararlo. Ma oltre ad essere truffata è stata persino minacciata dal gestore del negozio.
L’incredibile episodio è accaduto appena qualche giorno fa a Biella e la protagonista è Sarrar Ghizlane, 31 anni.
«Il mio telefono – spiega la donna -, un Samsung S6, non si accendeva più e non riuscivo a caricarlo. Così ho deciso di portarlo nel negozio di via Italia, all’altezza di via Dante». Una scelta piuttosto diffusa oggigiorno per risparmiare qualcosa sulle riparazioni ben più onerose dei rivenditori ufficiali.
«L’ho lasciato a loro e mi hanno detto che, dopo aver scoperto quale fosse il problema, mi avrebbero chiamato per dirmi quanto mi sarebbe costata la riparazione. Non li ho più sentiti e così, mercoledì’ scorso, mi sono recata in negozio. Il ragazzo, giovanissimo di appena 17 anni, mi ha detto che la batteria era fusa e che me l’aveva sostituita».
Costo dell’operazione 40 euro. Una somma esigua che, nonostante non fosse stata avvisata come da accordi, ha spinto Sarrar a pagare il dovuto e a ritirare lo smartphone.
La donna però, insospettita, ha deciso di rivolgersi ad un centro Samsung. «Ho fatto vedere loro il telefono e mi ha detto che non era mai stato aperto». Non ce n’era stato bisogno perchè il cellulare era perfettamente funzionante: era il caricabatteria ad essere difettoso. «Così venerdì sono tornata in negozio per avere spiegazioni».
A quel punto, però, la situazione è degenerata. «Il ragazzo ha ammesso di non aver cambiato la batteria. Ho preteso la restituzione di quanto avevo pagato. Lui ha ribattuto dicendomi che voleva indietro la ricevuta, ha tirato fuori una spranga, simile a quelle dei ninja, e ha cominciato a minacciarmi».
«Sono sopraggiunti dei suoi connazionali – aggiunge ancora la donna – e gli hanno portato via l’arma. Allora ha messo sul bancone un saldatore e ha continuato a minacciarmi. A quel punto ho chiamato i carabinieri».
All’arrivo dei militari del giovane non c’era traccia. Le altre persone intervenute in negozio lo avevano trascinato via insieme alla spranga. «Ho riavuto indietro i miei 40 euro e in questi giorni sporgerò denuncia. Certe cose sono inaccettabili e non è detto che sia stata la prima a venire truffata in quel negozio».

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