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Cronaca

Pedofilo arrestato grazie ad una mamma di Vercelli

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Un pedofilo, nella vita ufficiale un postino di Bari, ha allungato i suoi tentacoli virtuali e non solo un po’ in tutta Italia. Ma è stato insidiando un tredicenne del Vercellese che si è smascherato ed è stato regolarmente arrestato lo scorso 22 marzo.

Tutto è nato infatti dalla denuncia di una madre che, rientrata in casa prima del previsto, ha scoperto il figlio tredicenne nudo nel salotto di casa, intento a chiudere frettolosamente una conversazione via Skype con uno sconosciuto. Dopo i tentativi di spiegazione del figlio, la donna riesce a recuperare l’utenza telefonica da cui è partita la chiamata e decide di recarsi alla Sezione di Polizia Postale e delle Comunicazioni di Vercelli per denunciare l’accaduto, sezione che, così, si raccorda immediatamente con il Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Torino.

Praticamente immediato il riscontro, un postino residente a Bari di circa quarant’ anni, per il quale viene chiesta alla Procura della Repubblica di Torino, competente per territorio, un decreto di perquisizione personale locale ed informatica. A seguito di una attività di coordinamento del Servizio Polizia delle Comunicazioni di Roma, della perquisizione sono stati incaricati poliziotti baresi che hanno scoperto una vera e propria miniera di orrori.

Negli hard disk sequestrati decine e decine di contatti riconducibili ad altrettanti minori residenti in altre zone del territorio italiano a cui il postino aveva chiesto di compiere atti sessuali allo scopo di filmarli e registrarli a loro insaputa per procurarsi materiale pedopornografico.

Un pedofilo, nella vita ufficiale un postino di Bari, ha allungato i suoi tentacoli virtuali e non solo un po’ in tutta Italia. Ma è stato insidiando un tredicenne del Vercellese che si è smascherato ed è stato regolarmente arrestato lo scorso 22 marzo.

Tutto è nato infatti dalla denuncia di una madre che, rientrata in casa prima del previsto, ha scoperto il figlio tredicenne nudo nel salotto di casa, intento a chiudere frettolosamente una conversazione via Skype con uno sconosciuto. Dopo i tentativi di spiegazione del figlio, la donna riesce a recuperare l’utenza telefonica da cui è partita la chiamata e decide di recarsi alla Sezione di Polizia Postale e delle Comunicazioni di Vercelli per denunciare l’accaduto, sezione che, così, si raccorda immediatamente con il Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Torino.

Praticamente immediato il riscontro, un postino residente a Bari di circa quarant’ anni, per il quale viene chiesta alla Procura della Repubblica di Torino, competente per territorio, un decreto di perquisizione personale locale ed informatica. A seguito di una attività di coordinamento del Servizio Polizia delle Comunicazioni di Roma, della perquisizione sono stati incaricati poliziotti baresi che hanno scoperto una vera e propria miniera di orrori.

Negli hard disk sequestrati decine e decine di contatti riconducibili ad altrettanti minori residenti in altre zone del territorio italiano a cui il postino aveva chiesto di compiere atti sessuali allo scopo di filmarli e registrarli a loro insaputa per procurarsi materiale pedopornografico.

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