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Cronaca

Parte dal Biellese la vasta operazione della procura di Vercelli che sta scuotendo il mondo degli appalti

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Parte dal Biellese la vasta operazione della procura di Vercelli che sta scuotendo il mondo degli appalti.
Denuncia di Montoro
Parte da Cerrione la vasta operazione della Procura di Vercelli che sta scuotendo il mondo degli appalti nel settore assistenziale piemontese e alessandrino in particolare. Al centro del presunto sistema di corruzione venuto a galla dopo quasi tre anni di indagini c’è la cooperativa vercellese Punto Service: secondo quanto emerso, in cambio di assunzioni mirate, regalie e favori vari le stazioni appaltanti di diverse case di riposo costruivano gare d’appalto calzate e vestite sulle specificità di Punto Service minando alla base la par condicio tra le partecipanti e permettendo così alla società vercellese di vincere a mani basse.

L’inchiesta nasce a fine 2015 da una denuncia dell’imprenditore biellese Francesco Montoro. Proprio in quell’anno la sua cooperativa Eurotrend Assistenza vinse una gara d’appalto per la gestione di servizi educativi presso il Comune di Casale Monferrato, precedentemente in mano proprio a Punto Service. Prima dell’avvio del servizio, però, stando a quanto appurato dagli inquirenti, l’allora presidente del Consiglio Comunale Davide Sandalo, per tramite del proprio uomo di fiducia Ubaldo Omodeo Zorini, pretese da Eurotrend un “regalo” in banconote per assicurare che il processo di assegnazione dell’appalto si concludesse senza intralci. Una richiesta che fece scattare subito la denuncia dei fatti alla Procura di Vercelli da parte di Montoro e che diede inizio alla vasta inchiesta che oggi ha portato a indagare 35 persone.

“La Procura di Vercelli ha svolto un ottimo lavoro – plaude Montoro – e sono lieto di aver contribuito a scardinare almeno un frammento del sistema che vige in Italia. Purtroppo quello che è emerso dalle indagini e che si legge oggi sui giornali lo ritrovo in tutte le regioni d’Italia in cui partecipo a gare d’appalto, da nord a sud, passando dalle Marche per arrivare alla Calabria, dove gli appalti di servizi sembrano appannaggio di poche società che si spartiscono il territorio. Fortunatamente, non tutte le amministrazioni sono così e qualche rara gara d’appalto dove i concorrenti combattono ad armi pari c’è ancora”.

Su quale possa essere un rimedio per porre fine alla corruzione nelle gare d’appalto Montoro ha le idee chiare: “Basterebbe controllare i nomi che compongono le commissioni di gara favorendo l’introduzione di persone nuove e possibilmente estranee al contesto. Oppure – scherza concludendo l’imprenditore biellese – non resta che sperare che qualche faccendiere venga di nuovo a chiedermi il pizzo: sarò felice di denunciarlo immediatamente per dare il via a nuove indagini…”.

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