Cronaca
Ogni famiglia ha 15mila euro di debiti
L’indebitamento a livello provinciale negli ultimi sei anni è cresciuto “solo” del 12 per cento, a fronte di un aumento nazionale del 30. Sul piano regionale la maglia nera dei conti più in rosso spetta a Novara (20.737 euro pro nucleo)
Per le migliaia di persone che negli ultimi anni hanno intrapreso e continuano una dura lotta per la sopravvivenza, la notizia non sarà di grande consolazione, ma le famiglie biellesi restano tra le meno indebitate d’Italia. A fronte di una media nazionale di 19.387 euro, il nostro dato provinciale si ferma a quota 15.331 euro, quattromila euro in meno. Altro dato positivo – se così può essere definito – è il fatto che tra le provincie dell’Italia settentrionale, la parte del Paese più in sofferenza, Biella è tra le meglio posizionate nella graduatoria generale: le famiglie della maglia nera, ovvero la città di Lodi, tanto per fare un esempio, hanno debiti per 27.831 euro.
Lo rileva l’onnipresente ufficio studi della Camera di commercio di Mestre analizzando le statistiche Istat e della Banca d’Italia relative al periodo che va dal 2007, anno d’inizio della grand crisi, al 2012. Statistiche che forniscono un altro dato “meno negativo”, se così può essere definito: il Biellese è la provincia che nei sei anni presi in considerazione ha visto il debito delle famiglie aumentare “solo” (rimarchiamo il “solo” tra virgolette, ovviamente) del 12,8 per cento rispetto a una media complessiva superiore del 30 per cento. Anzi, per dirla tutto, questo è il dato italiano migliore, di gran lungo inferiore ai picchi rappresentati da Bari (54,7 per cento), Latina (51,2 per cento), Pisa (49,5 per cento) ma anche realtà produttive per eccellenza come Bergamo, Milano, Treviso, Pavia ecc., tutte abbondantemente superiori a quota quaranta.
La ragione di questa performance può essere spiegata esclusivamente con il carattere “risparmioso” che da sempre caratterizza l biellesi: nei decenni passati, nel periodo di massimo sviluppo e occupazione, la ricchezza accumulata non è stata sperperata in mille rivoli ma, almeno una fetta consistente di essa, messa al sicuro con oculati investimenti, consentendoci di affrontare in condizioni migliori la devastante crisi economica. Ora c’è da chiedersi fino a quando il risparmio accumulato potrà fare fronte alla perdita di redditività in mancanza di una ripresa economica che a parole è già iniziata ma nei fatti continua a mietere vittime come dimostra la quotidianità.
A livello regionale le famiglie con i conti più in rosso sono quelli di Novara con 20.737 euro pro-nucleo (più 38,3 per cento negli ultimi sei anni), Asti (19.840 euiro, più 48.90 per cento), Verbano-Cusio-Ossola (17.024 euro, più 36.9 per cento), Alessandria (16.387 euro, più 36,9 per cento) e Cuneo (16.602 euro, più 35 per cento). A sottolineare una comunanza caratteriale nata nei secoli, i cugini vercellesi si barcamenano nelle nostre stesse condizioni: a fronte di un aumento del 23,80 per cento, il doppio del nostro, la media dei debiti è 15.107 euro, ovvero qualcosina in meno.
Un’ultima annotazione riguarda la questione Nord – Sud. Le famiglie maggiormente indebitate sono quelle settentrionali, e non è un caso. Il carovita, la “necessità” (anche questa tra virgolette) di mantenere uno status di vita adeguato e la lotta per la sopravvivenza delle imprese artigianale hanno rappresentato una vera e propria mazzata: così agli 8.408 euro della provincia sarda dell’Ogliastra sta il dato tre volte superiore della lombarda Lodi.
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