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Cronaca

Oggi l’addio a Nicolò Sella di Monteluce: “Era impossibile non amarlo”

Il ricordo di Massimo De Nuzzo

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MOSSOVerrà celebrato oggi, lunedì 29 gennaio, alle ore 14,30, in borgata Sella, a Mosso, il funerale del conte Nicolò Sella di Monteluce. L’ex senatore di Forza Italia si è spento mercoledì a Roma, dove era ricoverato da tre mesi dopo essere stato colto da un improvviso malore. In questo lungo periodo di malattia è stato amorevolmente assistito dalla moglie contessa Cinzia Sella di Monteluce e dall’amato figlio Indoo. Di seguito il ricordo di Massimo De Nuzzo

Se dovessi scegliere l’immagine che meglio di ogni altra rappresenta Nicolò Sella di Monteluce sceglierei quella in cui lui, nel suo impeccabile completo grigio, è in piedi sul cofano di un’auto con il megafono in mano intento ad arringare la folla durante la manifestazione contro l’inceneritore che la Fiat voleva costruire nel Biellese. Era, credo, il 2003. In quell’immagine c’è tutto di lui: eleganza, passione, follia, carisma, leadership.

Follia. Questa è la prima caratteristica che per oltre 35 anni ho adorato di lui. Follia sana, capace di farti ridere a crepapelle, ma anche di commuoverti. Il giorno del mio matrimonio organizzò a sorpresa un pit stop nunziale… Mentre ero al volante dell’auto, diretto verso la chiesa, vidi in lontananza una scena davvero strana. C’erano due persone a bordo strada. Una in abito scuro, l’altra in una sorta di livrea. Erano in piedi davanti a un tavolino, coperto da una tovaglia bianca. Avvicinandomi riconobbi Nicolò in compagnia di Alessandro, suo stretto collaboratore per tanti anni. Sul tavolino c’era un secchiello per il ghiaccio e una bottiglia di champagne. “Caro Massimo – mi disse – voglio essere il primo a brindare con te”.

Perché racconto questo episodio? Perché questa era la vera unicità di Nicolò: sapere coniugare in modo meraviglioso il suo blasone, la sua cultura, il suo ruolo sociale con l’esuberanza del fanciullo giocoso e dissacrante.

Ad una festa di compleanno, organizzata nel parco della sua dimora di Sella, “invitò” – oltre a nobili, diplomatici, imprenditori e illustri professionisti – un asino. Sì, un vero e proprio asino che per tutta la sera si aggirò fra gli ospiti sbigottiti. Non spiegò mai il significato di quel gesto, anche se io un’idea me la sono fatta, ma non la rendo pubblica per non offendere nessuno…

Dovevate sentirlo raccontare l’equivoco in cui era incorso lungo la superstrada. Era fermo in auto nei pressi di Cerreto Castello, dove un tempo stazionavano alcune prostitute. Leggeva il giornale in attesa che arrivasse Alessandro. Sentì bussare al finestrino e, senza alzare lo sguardo, sbloccò la portiera dicendo: “Entri, entri pure”. Tutto a un tratto vide con la coda dell’occhio due imponenti gambe nere. Si voltò di scatto terrorizzato. In auto non era entrato Alessandro, bensì una signorina di facili costumi… “Pensa – mi disse ridendo – se qualcuno mi avesse visto caricare una prostituta…”.

Io lo so che Lassù, nel leggere queste cose, Nicolò sta sorridendo. E sono anche certo che questo è il modo in cui avrebbe voluto essere ricordato. Che era uomo erudito, conte, ingegnere, imprenditore, filantropo, senatore della Repubblica lo sanno tutti. Il fanciullo però lo conosceva solo chi gli ha voluto davvero bene. Come la moglie Cinzia, anche lei vittima dei suoi scherzi. Una volta Nicolò mi chiese di fare una finta prima pagina. Era il periodo in cui sul giornale andavano di moda i toto: totobarista, totocommessa, totoparrucchiere, ecc. Cinzia aveva una farmacia e allora ci inventammo un totofarmacisti. Nicolò mostrò la finta prima pagina durante una cena con numerosi commensali. C’era una foto gigante di lei sotto al titolo: “Cinzia Bracchino vince il totofarmacisti”. L’ignara dottoressa divenne di tutti i colori e poi sbottò: “Ma come si permettono di fare una cosa del genere, io li denuncio!”. Ci volle un po’ per convincerla che era uno scherzo.

L’ultima sorpresa la fece in occasione del suo ottantesimo compleanno, quando invitò a Sella gli amici più cari. Tutti erano convinti di festeggiare il compleanno e invece in quella occasione annunciò il matrimonio con Cinzia.

Era anche molto scaramantico. Una volta fece sedere a tavola un manichino, con tanto di piatto e posate, perché i commensali erano 17. Un’altra volta fermò l’auto di colpo in quanto aveva appena attraversato la strada un gatto nero. Prima entrò nella vicina boscaglia cercando senza successo il felino fuggitivo, poi stette ad aspettare fino a quando non passò un’altra auto: “Ora possiamo andare…”. Quando faceva queste cose rideva come un matto e non potevi che amarlo.
Per sua volontà, lunedì al termine della cerimonia funebre verrà dato un rinfresco. Vuole vedere il sorriso del figlio Indoo – che deve essere orgoglioso di avere avuto un papà così -, di Cinzia e di tutti gli amici anche in una circostanza tanto triste. Brinderemo alla sua memoria, con la segreta speranza di vederlo improvvisamente spuntare da dietro a una porta: “Ahahahah, vi ho fregati anche questa volta…”.
Massimo De Nuzzo

 

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