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Cronaca

Nuova perizia psichiatrica per l’omicidio di Erika Preti

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Un’altra perizia per valutare la capacità di intendere e di volere di Dimitri Fricano. E’ quanto disposto dalla sezione distaccata di Sassari della Corte d’Assise d’Appello di Cagliari, nella seconda udienza del processo di secondo grado. Nella giornata di lunedì era attesa la sentenza, invece per l’epilogo del procedimento bisognerà attendere, perché la procura generale di Sassari ha condiviso l’eccezione di nullità che era stata sollevata dalla difesa dell’assassino di Erika Preti, in relazione alla prima perizia psichiatrica sull’imputato, realizzata nel corso del processo di primo grado.ù

Gli avvocati Alessandra Guarini e Roberto Onida, infatti, sostenevano che l’esame di Fricano e la relazione presentata dai consulenti nominati dal tribunale fosse incompleta, in quanto uno dei tre professionisti incaricati – il professor Antonello Crisci di Salerno – non aveva potuto completare il proprio lavoro e firmarne l’esito (dal quale emergeva la piena capacità di intendere e di volere dell’imputato), essendo entrato in coma in seguito a un intervento chirurgico.

In particolare, la difesa contestava il fatto di non aver avuto la possibilità di esaminare il neurologo in aula, essendo quest’ultimo ricoverato in gravi condizioni.

Slitta dunque la conclusione del processo d’appello per l’omicidio della giovane biellese Erika Preti, brutalmente uccisa con oltre cinquanta coltellate il 12 giugno 2017 in una villetta di San Teodoro, in Sardegna, dove si trovava in vacanza con il fidanzato.  In primo grado il 33enne, reo confesso davanti al procuratore capo di Biella, Teresa Angela Camelio, e al luogotenente Tindaro Gullo, è stato condannato con rito abbreviato a trent’anni di reclusione dal gup del tribunale di Nuoro, Mauro Pusceddu, anche sulla base della perizia che, pur ammettendo la presenza di un “disturbo dell’adattamento misto ad ansia e umore depresso”, aveva ritenuto Dimitri pienamente capace di intendere e volere.

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