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Cronaca

Muore dopo avere atteso l’ambulanza per 45 minuti

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Giuseppe Speranza, 67 anni, residente a Zubiena, è morto colpito da infarto mentre rientrava a casa al termine di una passeggiata. Oggi la figlia Emanuela, distrutta dal dolore, si pone e pone domande sulla tempistica dell’intervento di soccorso: «Il 118 è arrivato dopo tre quarti d’ora. Sono convinta che se il personale saniatario fosse arrivato prima mio padre, forse, adesso sarebbe ancora vivo».

Giuseppe Speranza, 67 anni, residente a Zubiena, è morto colpito da infarto mentre rientrava a casa al termine di una passeggiata. Oggi la figlia Emanuela, distrutta dal dolore, si pone e pone domande sulla tempistica dell’intervento di soccorso: «Il 118 è arrivato dopo tre quarti d’ora. Sono convinta che se il personale saniatario fosse arrivato prima mio padre, forse, adesso sarebbe ancora vivo».
La tragica vicenda si consuma nel pomeriggio di  lunedì. Mentre l’uomo si appresta a far rientro in casa improvvisamente si accascia al suolo con i chiari sintomi di un infarto.
«Mia madre – è il racconto della figlia che risiede a Candelo – mi ha immediatamente chiamata al telefono. Ovviamente era sotto choc, urlava, all’inizio non capivo le sue parole ma ho avuto l’immediata sensazione che fosse accaduto qualcosa di molto grave».
Prima di poter prendere la propria auto e dirigersi verso la casa dei genitori sulla Serra, la donna ha dovuto attendere l’arrivo a Candelo di sua suocera: «Purtroppo non potevo portare con me mio figlio di pochi mesi e  ho telefonato a mia suocera, che abita a Valdengo per chiederle di accudirlo. Quindi ho dovuto attendere che uscisse di casa, prendesse la macchina  per  venire a casa mia e tutto il tempo necessario per il relativo tragitto, per poi finalmente salire a Zubiena con la mia vettura». Una volta raggiunta l’abitazione dei genitori c‘è stata la sorpresa, molto amara.
«Quando finalmente sono arrivata – afferma – considerato il tempo trascorso dalla chiamata telefonica e ipotizzato il tempo necessario a un’ambulanza per giungere a Zubiena dall’ospedale di Biella, ho anche pensato di non trovare più nessuno, che mio padre fosse già stato ricoverato al pronto soccorso o comunque sulla strada verso Ponderano. Sono invece rimasta sorpresa non tanto nel vedere il personale del 118 all’opera ma sapere che era  arrivato da appena pochi minuti». Purtroppo, nonostante tutti i tentativi di rianimazione, per l’uomo non c’è stato più nulla da fare.
«Secondo quanto mi ha raccontato mia madre e quello che  abbiamo potuto constatare – prosegue la testimonianza – dalla chiamata al 118 all’arrivo dell’ambulanza sono passati per lo meno tre quarti d’ora, un tempo assolutamente inconcepibile per una chiamata d’emergenza. Ci hanno detto che in quel momento per il servizio 118 era disponibile un solo mezzo, che poi è arrivato da Ivrea».
«L’infarto – continua la donna – arriva all’improvviso, molte volte non ci sono segnali premonitori. Ma quando capita una cosa del genere, in una situazione in cui ogni minuto può risultare decisivo,  è assolutamente inconcepibile  che si debba attendere i soccorsi così a lungo».
La conclusione della donna è molto amara: «Non posso dire che se l’ambulanza fosse arrivata in un tempo ragionevole mio padre si sarebbe salvato, questo non lo può dire nessuno, ma non è possibile attendere tre quarti d’ora per un intervento così importante. Questo assolutamente no».  

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