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Cronaca

La triste storia di Felice, ultima vittima del disagio

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E’ stato celebrato martedì mattina nella chiesa parrocchiale di Miagliano il funerale di Felice Bini, l’uomo scomparso domenica scorsa all’età di soli 40 anni.

E’ stato celebrato martedì mattina nella chiesa parrocchiale di Miagliano il funerale di Felice Bini, l’uomo scomparso domenica scorsa all’età di soli 40 anni.

Il suo cuore ha cessato di battere in un reparto dell’ospedale di Ponderano, dov’era ricoverato da qualche giorno, a causa di un peggioramento delle sue già precarie condizioni di salute. La figura di Felice era molto nota, soprattutto nel centro di Biella, perché era uno degli uomini che trascorrono le giornate ai giardini.

La vita non gli ha sicuramente regalato ricchezza e fortuna, anzi, al contrario, è stata segnata da alti e bassi, con tanti problemi. La classica, triste storia di disagio sociale. Una di quelle storie che un tempo si raccontavano solo nelle metropoli, ma che ora – sempre più spesso – toccano anche le piccole città di provincia.

Era facile vedere Felice in via Italia, spesso avvicinava la gente per chiedere qualche spicciolo. Ma non  erano in molti a commuoversi davanti a da quel viso triste, pensieroso e un po’ deturpato per via dei tanti problemi.

«Felice non era cattivo – racconta Corrado, uno dei suoi affezionati amici -. Non avrebbe mai fatto del male nemmeno ad una mosca. Tutti i giorni veniva ai giardini Zumaglini. E’ semplicemente stato un ragazzo molto sfortunato. Lo sappiamo tutti che, quando la vita fin da giovani incomincia a riservarci brutte situazioni, che si accumulano una dopo l’altra, si arriva a un punto dal quale non è più possibile tornare indietro. Ma purtroppo quasi mai la società queste cose le capisce. Ultimamente, prima di essere ricoverato, diceva sovente di avere molto freddo, sperava tanto che arrivasse presto la stagione calda».

La primavera arriverà fra poco più di un mese, ma Felice non potrà più assaporarne il tepore. L’uomo lascia nel dolore la mamma Carmela, il papà Salvatore ed il fratello Gino.

Mauro Pollotti

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