Cronaca
La lite tra Desirò e Rey, il processo è da rifare
Processo da rifare. A cinque anni di distanza dalla lite tra Roberto Desirò e Silvano Rey, all’epoca ambedue consiglieri comunali della Lega Nord, non è possibile sapere come si svolsero i fatti. Nella giornata di ieri il giudice Pietro Brovarone ha infatti rinviato gli atti al giudice di pace.
Processo da rifare. A cinque anni di distanza dalla lite tra Roberto Desirò e Silvano Rey, all’epoca ambedue consiglieri comunali della Lega Nord, non è possibile sapere come si svolsero i fatti. Nella giornata di ieri il giudice Pietro Brovarone ha infatti rinviato gli atti al giudice di pace. La decisione è stata presa perchè secondo i periti del tribunale la lesione subita al ginocchio da Desirò (che aveva denunciato il collega di partito per aggressione) comportava una prognosi inferiore ai 20 giorni, condizione per la quale i procedimenti sono di competenza del giudice di pace. Da qui il rinvio degli atti.
Il commento dei due protagonisti alla decisione è quella di non commentare. «In tutti questi anni – afferma Silvano Rey – mi sono ripromesso di non dire nulla, di non rilasciare alcuna dichiarazione. Non ho quindi nulla da dire tranne che riaffermare il danno pubblico che ho avuto per tutta questa vicenda».
Come è noto, nelle settimane successive all’episodio, a seguito delle polemiche nate sulla vicenda, Silvano Rey fu costretto a lasciare la carica di presidente del consiglio comunale: amareggiato, qualche settimana più tardi diede le dimissioni anche da consigliere.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Roberto Desirò: «Ovviamente non entro nel merito della sentenza che rispetto, ribadisco solo che continuerò a battermi in ogni sede affinchè la verità venga finalmente a galla».
La vicenda risale al luglio 2010. Al termine di una riunione nella sede provinciale di via Orfanotrofio, i due ebbero diedero vita a una discussione che, secondo la denuncia presentata da Desirò si concluse con un calcio sferratogli dal collega (ipotesi sempre smentita dall’ex presidente del consiglio).
Nel corso degli anni, la Procura ha interrogato numerosi esponenti del Carroccio per verificare la veridicità delle accuse. Ma ieri mattina invece dell’attesa sentenza finale, almeno quella di primo grado, è arrivo il rinvio degli atti al giudice di pace.
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