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Cronaca

La lettera d’addio del figlio all’anziana mamma

Alberto Cerri ricorda la madre Emilietta, morta nei giorni scorsi a 95 anni

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La commovente lettera d’addio di un figlio per l’anziana mamma. Il biellese Alberto Cerri ricorda la madre Emilietta, morta nei giorni scorsi a 95 anni.

Cara mamma,

purtroppo anche per te è arrivato il momento di salutare tutti noi e iniziare un nuovo percorso di vita. Il tuo incommensurabile amore nei miei confronti ha rallegrato il mio cuore e la cura che ho avuto nei confronti di papà prima e successivamente nei tuoi, ha sempre suscitato in te stupore e lacrime di assoluta contentezza. Mi ripetevi all’infinito: “Non avrei mai immaginato di ricevere da te tutta questa benevola attenzione”. Hai sacrificato i viaggi, la montagna e altri momenti ludici per occuparti dei genitori a tempo pieno nel periodo più fragile della loro esistenza: la vecchiaia. Nelle tue telefonate alle zie, cugini, amici e amiche concludevi sempre il discorso con un “non c’è alcun’altra persona come lui”. A me talvolta dava anche un po’ fastidio, perché sicuramente non sono l’unico, ma sotto sotto mi faceva piacere. In passato avevamo anche avuto delle incomprensioni e dissapori, scontri anche duri ma, come dicevi tu, arriverà il tempo per la ricomposizione di quel rapporto che, conoscendoci, non poteva che essere di devozione e affetto reciproci e così è stato.

Sin dal settembre 2023 la tua preoccupazione più grande era quella di poter andare incontro a ben più seri problemi di salute che mi avrebbero ancor più impegnato nella tua assistenza. Ti ricordi cosa mi dicevi?: “Vedrai che ti farò faticare fino alla fine dei miei giorni” e ancora “ho paura che il bello debba ancora venire”. E così è stato, anche se chi ha veramente sofferto in questi ultimi 14 mesi sei stata tu, cara mamma. Infatti, dal 30 ottobre 2023, per la tua malattia, la mia presenza, dapprima in Ospedale, poi in RSA, è stata particolarmente intensa: tutti i giorni, al mattino e al pomeriggio-sera, talvolta anche di notte, Natale, Pasqua, Ferragosto compresi. L’ho fatto perché con me vicino ti sentivi sicura e serena: con la tua mano cercavi la mia, la stringevi, chiudevi gli occhi e riposavi.

E’ stata un’esperienza con la quale non avrei mai immaginato di dovermi misurare, ma posso dirti, cara mamma, che mi ha arricchito e fatto crescere molto, nonostante tutto, e ora posso dire di essere sereno per le scelte, anche difficili che ho dovuto talvolta operare, e radioso per alcuni apprezzamenti, anche se tardivi, a me rivolti. Mi mancherai moltissimo perché non potrò più rispondere con “prego” ai tuoi continui “grazie” giornalieri, non potrò più rispondere alle tue innumerevoli telefonate quando mi assentavo per una visita agli amici di Riva Valdobbia o a quelli di Varese, non potrò più farti perdere a carte o commentare assieme i fatti che via via si succedevano, leggere un libro ad alta voce come facevo ultimamente in struttura, non potrò più coccolarti come ti piaceva, ma sappi che il ricordo di te, cara mamma, è e sarà sempre per me una gioia infinita.

Credo che in terra il miglior paradiso risieda nell’amore sincero di chi è stato con noi, per te ora penso sia un qualcosa di più grande, un abbraccio immenso, un Amore davvero inesauribile che spero tu possa scoprire di qui a poco, se non l’hai già scoperto. Ieri sera, sotto l’occhio vigile di Gianna, ho recitato il Santo Rosario: l’emozione non mi ha per nulla sopraffatto. Te lo dovevo.

Ho voluto infine renderti felice vivacizzando la Messa di commiato con l’organo; il funerale, dicevi, è già triste di suo, basterebbe poco per renderlo meno cupo e mi ricordavi la cerimonia funebre di zia Rina, di 34 anni fa, cantata dalla corale con il Maestro Duella. Oggi invece ringrazio di cuore il caro Maestro Gianluigi Colpo per la sua disponibilità e don Emanuele per avermi aiutato in questo. Buon cammino, riposa in pace e, in particolare, veglia su di me.

Alberto

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