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Biella

“Il Fabri”, la voce che comunicava con il mondo e con il cuore

Una folla lunedì mattina al Vandorno per l’ultimo saluto a Fabrizio Mosca

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«Comune di Biella…».
La voce era quella di un attore. Calda, con un timbro profondo. Se non ne conoscevi il “proprietario” poteva anche mettere in soggezione, tanto era bella. Veniva da pensare che era un lusso per un Comune come Biella avere un centralinista che rispondeva con quella voce.

E in effetti Fabrizio Mosca, il Fabri, era proprio un lusso, era prezioso. Ma non solo e non tanto per la voce. Piuttosto perché era lui, era l’uomo giusto al posto giusto. Per tutti.

“Il Fabri” anche durante la malattia, da casa, era sempre pronto ad aiutare

Il Fabri è morto sabato scorso, 17 agosto, a 56 anni dopo una malattia che durava da un po’ di tempo. Era rimasto a casa nell’ultimo periodo ma anche da lì era pronto ad aiutare chi gli si rivolgeva. Come?
«Ciao Fabri». E lui: «Eccoti qua. Tutto bene?». Un paio di battute e poi si facevano le richieste: «Potresti passarmi il sindaco?». Oppure: «C’è qualcuno nel tale ufficio?». Per qualunque richiesta lui aveva una risposta: «Te lo passo. Stammi bene». Oppure: «Uh, è un po’ complicato… Sta lì, provo sul cellulare e te lo passo». Infallibile. Lui ci riusciva sempre. E prima di salutare magari aggiungeva ridendo: «Salutami la tua collega, mi raccomando».

L’ultimo saluto al Vandorno, il suo regno insieme a palazzo Oropa

Che fosse gentile, efficiente, attento… e si potrebbe continuare a lungo riassumendo con la parola “bravo”, ecco, che fosse bravo e che fosse una brava persona se ne erano accorti tutti: i molti sindaci della sua carriera, il gran numero di colleghi, la folla di amici che aveva. Molti dei quali si sono ritrovati al Vandorno lunedì mattina per il funerale.
Ecco, il Vandorno. Era il suo regno, in modo diverso da palazzo Oropa. Ma viveva entrambi con lo stesso slancio e la stessa passione.
Gli piaceva servire la comunità e sentirsi importante nell’ambito delle associazioni e in particolare della Società musicale di cui era stato anche presidente. Si dava da fare in tutto e per tutti ed era un protagonista indiscusso. Che però non si atteggiava mai, non faceva mai pesare nulla.

Riusciva a farsi voler bene senza impegnarsi, semplicemente essendo se stesso

Per questo modo di essere riusciva a farsi voler bene senza impegnarsi. Semplicemente essendo se stesso: il Fabri. E la testimonianza si è avuta sui social proprio l’altro giorno, quando la notizia della sua morte si è diffusa. Tutti hanno voluto scrivere qualcosa, un ricordo, una testimonianza, un post su Facebook.
Gianluca Susta, ex sindaco e parlamentare europeo, è stato uno dei primi a ricordarlo. «Allora non c’erano whatsapp, instagram facebook. C’erano già i telefonini – che però in pochi avevano – ma c’era Fabrizio che con la velocità della luce sapeva metterti in comunicazione… col mondo! Non c’era numero, foss’anche il Quirinale, a cui lui non riuscisse ad arrivare».
E anche l’attuale primo cittadino, Marzio Olivero, ha scritto sul suo profilo: « Mancheranno la sua cortesia e la sua disponibilità… Un grazie sincero per la collaborazione, la gentilezza e la generosità che in questi anni hai sempre riservato a tutti».
Nicoletta Favero, ex senatrice Pd, con il Fabri condivideva il legame con il Vandorno. «Aveva due case, due mondi – commenta -. Il municipio e il Vandorno. E a entrambe dedicava tutto se stesso».

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Un ricordo particolare, commosso e commovente, è stato quello del parroco, l’amatissimo don Vittorino Pasquin che lo conosceva da decenni. E che ha fatto breccia nei cuori di tutti coloro, ed erano tanti, che hanno preso parte al funerale.
Il Fabri nel suo ultimo viaggio ha voluto con sé l’urna con le ceneri della mamma, che lo ha preceduto di pochi anni. Per molti oltre al rimpianto resta un piccolo rammarico: non poter mai più risentire quel suo: «Comune di Biella».

c.ma.

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