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Cronaca

Ha visto la morte in faccia, ora è di nuovo in aria

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Poco più di un anno fa ha rischiato la vita, schiantandosi su alcune rocce a seguito di un incidente con il parapendio. A dodici mesi di distanza Maurizio Zegna sta bene, si è ripreso quasi completamente e nella sua vita nulla è cambiato, tantomeno la passione per il volo.

Poco più di un anno fa ha rischiato la vita, schiantandosi su alcune rocce a seguito di un incidente con il parapendio. A dodici mesi di distanza Maurizio Zegna sta bene, si è ripreso quasi completamente e nella sua vita nulla è cambiato, tantomeno la passione per il volo.

Come si fa a tornare in aria dopo uno shock del genere, un trauma toracico, la pleura perforata e un paio di mesi di coma?

Non ho mai pensato di smettere. Il paragone è presto fatto – spiega il 58enne idraulico di Occhieppo Inferiore – Se una persona fa un incidente in macchina ci risale no? Nel mio caso è esattamente la stessa cosa. Sono consapevole di essere stato fortunato. Detto questo sono quarant’anni che volo e qualche inconveniente, seppur meno grave, può capitare.

Come è nato il suo interesse per questo sport?
Da bambino mi sarebbe piaciuto fare il pilota. Non sono riuscito a trasformare questa passione in un lavoro, ma in un hobby che ancora oggi, fortunatamente, coltivo. Ho cominciato prendendo il brevetto per il deltaplano, poi sono passato all’aliante e, infine, al parapendio. Soprattutto per una questione di comodità dato che con quest’ultimo abbiamo l’atterraggio ad Occhieppo Superiore. E’ una valvola di sfogo dalla routine quotidiana, libera la mente.

Se persino un pilota esperto come lei, con centinaia e centinaia di ore alle spalle, fa un incidente, la gente potrebbe pensare che si tratta di uno sport pericoloso. E’ davvero così?

Non si può dire che volare non sia pericoloso. Tuttavia è bene precisare che, con la dovuta attenzione, si può praticare il parapendio in tutta tranquillità. E’ fondamentale non distrarsi. Se si è stressati per il lavoro, la propria vita sentimentale o qualcos’altro è caldamente sconsigliato volare. Il volo non deve essere un antidoto per i problemi personali. Occorre essere sereni prima di decollare. Inoltre è sempre meglio tenere d’occhio le condizioni meteorologiche: mai partire se è previsto un temporale o vento troppo forte.

Oggi quante persone praticano questa disciplina nel Biellese?

Del club Barbagianni siamo in una sessantina. Se consideriamo un’area più ampia, tra il Canavese e Borgosesia, circa trecento”

Cosa è cambiato, nel volo, rispetto a tanti anni fa?

Indubbiamente la tecnologia ha fatto il suo corso anche qui. Rispetto ad un tempo abbiamo mezzi più veloci. Il parapendio oggi supera i 50 km/h e copre distanze maggiori. Quando ho iniziato si partiva dal Camino e si riusciva a raggiungere a malapena il prato delle oche all’ingresso del Santuario di Oropa.

Un consiglio per un giovane che vuole approcciarsi a questo hobby?

Non strafare, non accelerare i tempi. E’ un po’ come la crescita di un bambino. Non si può diventare adulti in un colpo solo altrimenti si rischia di farsi male, seriamente.

Andrea Marzocchi

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