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Cronaca

“Gabri, ci hai presi per il culo tutti”

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L’ex di Pallacanestro Biella ricorda Gabriele Fioretti: “Non riesco a dormire, sto pensando troppo a te Gabri, al fatto che non te ne saresti dovuto andare così velocemente. Ti vorrei ringraziare, davvero. Sei stato un punto di riferimento, un amico prima di tutto”.

La scomparsa di Gabriele Fioretti ha lasciato un vuoto incolmabile in tutto il mondo che ruota attorno a Pallacanestro Biella, dai dirigenti ai tifosi, passando per i giocatori e gli allenatori che negli anni sono arrivati a Biella grazie alla palla a spicchi.

Tutti in queste ore hanno espresso a modo loro il dolore per la morte del gm rossoblù. Una persona in particolare, però, ha scritto parole che arrivano diritte al cuore. Si tratta di Marco Laganà, cresciuto come cestista e come uomo, sotto l’ala di Gabriele Fioretti.

Ecco il suo ultimo saluto, affidato a Facebook.

Non riesco a dormire, sto pensando troppo a te Gabri, al fatto che non te ne saresti dovuto andare così velocemente. Ti vorrei ringraziare, davvero. Sei stato un punto di riferimento, un amico prima di tutto. Quattro anni insieme, quattro bellissimi in un ambiente bellissimo. Eri tu che mi venivi a prendere sotto casa per portarmi ad allenamento, eri tu che mi stimolavi quando Canc non mi faceva giocare ed io ero incazzato, eri tu lo Zio che ho trovato a Biella, eri tu colui per cui tutti qui a Biella mi chiamavano “Cucciolo”, ed eri tu che hai creduto in me lo scorso anno dandomi un ruolo importantissimo nella costruzione della squadra.
Ho tanti flash nella testa. Ricordo l’unica volta che hai alzato la voce, bestemmiandomi addosso come un matto perché ti avevo spaccato lo sportello della macchina. Cazzo Gabri, ma ti ricordi? Ahahah sembravi Germano Mosconi quel giorno.
Ricordo le nostre sfide ai tiri liberi, in cui se vincevi mi ripetevi sempre quanto fossi scarso, mentre se vincevo io mi ricordavi che tu eri un team manager e non un giocatore di serie A. Ricordo il rientro in panchina per i Time out in cui mi incoraggiavi, o quando mi sedevo accanto a te nel cubo dei cambi e mi caricavi per entrare al massimo in campo. Ricordo i pranzi da Angelone in cui ci prendevamo per il culo, dove il tuo bersaglio preferito erano le mie scarpe di merda. Mai un paio che ti piacessero cazzo Gabri.
Ho tanti bei ricordi. Quando a gennaio della stagione scorsa c’erano voci di squadre interessate a me e parlando sempre con il sorriso sulle labbra mi chiedesti di firmare per altri cinque anni a Biella. O quando prima di partire per Cantù ti sono venuto a trovare a casa e parlammo di tutto. Di tutto quello che avevamo passato insieme e di tutto quello che avrebbe comportato la mia scelta di cambiare squadra e categoria. Sei sempre stato un punto di riferimento. Per tante cose chiedevo sempre a zio Gabri. Ho in mente quando parlavi con mia mamma a Barcellona dopo la partita lamentandoti perché avevi un forte mal di schiena. Cazzo quanto avrei voluto che fosse solo una minchia di mal di schiena. Ho in mente quando mi sono rotto il ginocchio e mi accompagnasti alla visita a Bologna dal dottore, quando già sapevi della tua malattia, ma facevi come se nulla fosse chiedendomi chi secondo me tra i giocatori in ballo era il migliore per sostituirmi nella nostra squadra. Ho in mente quando papà e mamma, mentre ero nel letto dolorante, mi dissero che avevi un tumore. Non sentivo più un cazzo, avrei potuto rompermi il ginocchio 1000 volte. Non era niente in confronto.
Ricordo quando mi chiamasti per dirmi che mi avevi dato la casa più bella di tutte le altre. Ricordo quando decideste di prendere Donte Mathis e mi chiamasti per garantirmi che avrei giocato tanto e di stare tranquillo che puntavi su di me. Cazzo Gabri ci hai preso per il culo tutti. Ci hai fatto credere che stava andando bene il tuo recupero, ma in cuore tuo sapevi che non era così. Quando ho letto il tuo post su facebook che stavi tornando a casa, mi è venuto un sorriso immenso. Pensavo che ce l’avessi fatta almeno per il momento. Invece, lo avevi scritto solo per tranquillizzarci. Mi hai preso per il culo un’altra volta.
Purtroppo non mi potrai più offrire tutte le cene che mi devi, e sono tante. Perché ai tiri liberi vincevo io. Ho tanti ricordi e purtroppo tante lacrime che sto trattenendo perché so che tu vorresti che io continui a correre e ad andare avanti. Ma credimi è dura. Non riceverò più chiamate dallo Zio di Biella. “Ciao Cucciolo” me lo potevi dire soltanto tu. Ti voglio bene zio.
Fai due tiri liberi con Dio adesso e prova a batterlo. Magari con lui vinci qualche cena in più rispetto a quelle che hai perso con me.
Per sempre nel mio cuore.

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