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Cronaca

FOTOGALLERY – Falso allarme bomba in un palazzo del Vernato

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Bomba o non bomba? La domanda è diventata un vero e proprio tormentone martedì in via Quintino Sella.

Bomba o non bomba? La domanda è diventata un vero e proprio tormentone martedì in via Quintino Sella. Al civico 7, in un antico palazzo del Vernato, è infatti stato rinvenuto un apparecchio che aveva tutta l’aria di essere un ordigno bellico inesploso. L’allarme è scattato in mattinata. Nel corso di alcuni lavori di ristrutturazione al piano terra dello stabile, è stato individuato e scoperchiato un pozzetto: al suo interno era contenuto l’ordigno, a prima vista simile a un pezzo d’artiglieria della Seconda Guerra Mondiale.

I presenti hanno immediatamente compreso la pericolosità della situazione e contattato le forze dell’ordine. La polizia, giunta sul posto pochi minuti dopo, ha sigillato l’ingresso al cortile e parcheggiato l’auto di servizio davanti, in modo da impedire a chiunque di entrare. Nel frattempo la Prefettura ha attivato la procedura prevista in questi casi. Il sito è stato quindi visionato da ufficiali dei carabinieri, della questura e della polizia municipale. Poi è stato il viceprefetto Davide Garra a chiedere l’intervento degli artificieri.

Artificieri al lavoro

Vista la delicatezza della situazione (il presunto ordigno non si trovava in un bosco, ma nel centro abitato), la risposta del 32° Genio Guastatori è stata quasi immediata. Già nel primo pomeriggio i militari hanno raggiunto l’area e avviato le delicate procedure necessarie per accertare e valutare di cosa si trattasse. Sul posto, per precauzione, anche un’ambulanza della Cri di Cossato. Alla fine è arrivato il verdetto: era un contenitore metallico riempito di cemento e lasciato lì per chissà quale ragione, ma una spoletta lo faceva assomigliare parecchio a una mina.

Si torna a casa grazie a… WhatsApp

Anche le nuove tecnologie hanno dato il loro “contributo” nella gestione della criticità. Pochi minuti dopo il sopralluogo, infatti, un’immagine del presunto ordigno è stata inviata via WhatsApp al referente dell’esercito. L’interlocutore militare si è così fatto una prima sommaria idea della situazione. Inoltre, una volta compreso che il grado di rischio non era comunque elevatissimo, ha consentito di “restringere” il perimetro dell’area inibita, permettendo all’unica donna che attualmente vive nel palazzo di rientrare nel proprio appartamento. La signora Alima, infatti, stava aspettando all’esterno, dove ignara e tranquillizzata dalle rassicurazioni degli agenti, era anche riuscita a sorridere della situazione: «Ho appena pagato l’affitto… perché non mi fate entrare?».

Poi l’incredulità quando le è stata comunicata la verità: «Signora, nel palazzo potrebbe esserci una bomba…».

Soddisfatto, infine, il viceprefetto: «Si è rivelato un falso allarme, meglio così. Ma il cittadino è stato molto responsabile a segnalare la situazione di potenziale pericolo: è l’unica cosa giusta da fare in questi casi».

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