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Biella

Famiglia di camperisti faccia a faccia con il ladro in autogrill

La disavventura di un professionista sanitario biellese. Era dentro al camper in sosta con la sua famiglia quando un malvivente ha provato a derubarli

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Famiglia di camperisti

Faccia a faccia con il ladro in autostrada. E’ iniziata nel peggiore dei modi la vacanza di una famiglia di camperisti e di un professionista sanitario dell’ospedale di Biella.

Famiglia di camperisti faccia a faccia con il ladro in autogrill

Insieme alla moglie e ai tre figli, tutti minorenni, era appena partito per qualche giorno di mare. Insieme alla sua famiglia si stava godendo una breve sosta prima di ripartire per arrivare a destinazione. All’improvviso un malvivente è entrato in azione, mentre tutti e cinque si trovavano a bordo del camper. A raccontare quanto accaduto è proprio il professionista dell’Asl, che preferisce mantenere l’anonimato.
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“Ha colpito mentre eravamo dentro al camper”

«E’ successo martedì all’ora di pranzo, eravamo in autogrill a Sestri Levante – esordisce – in direzione La Spezia. Avevamo parcheggiato il camper in uno stallo all’ombra, a pochi metri dalle pompe di benzina. Mia moglie e i nostri tre figli si erano appena messi a tavola, nella parte anteriore dell’abitacolo, quando quest’uomo ha provato a rubare il monopattino elettrico legato al portabiciclette».
Probabilmente pensava di poter agire indisturbato, non si era accorto che a bordo c’era anche il 53enne.

«Anch’io ero all’interno, proprio a pochi centimetri dal portellone – continua a raccontare – ma dalla finestra non mi ha visto perché ero seduto in basso. Stavo accendendo il frigorifero. Nemmeno io l’avevo notato. All’improvviso ho sentito un piccolo rumore metallico: era una cinghia che, appena tagliata, era rimbalzata sulle canaline del portabici. Mi sono subito alzato in piedi e dalla finestra ho visto questo sconosciuto. D’istinto gli ho urlato “che c..o stai facendo?! Non avevo ancora visto che era già riuscito a tagliare una corda e due cinghie del braccio meccanico che teneva il monopattino elettrico, probabilmente utilizzando un cutter. Mancava soltanto l’ultima, poi avrebbe potuto portar via il mezzo».

Il ladro in fuga inseguito nella piazzola

Il 53enne è quindi sceso di corsa e ha inseguito il malvivente.
«Lui è scappato – prosegue – mia moglie ha iniziato a gridare “al ladro!” e io l’ho inseguito mentre con il telefonino tentavo di comporre il 112. Il ladro è riuscito a raggiungere un furgone della Citroen, dove lo aspettava un complice, è salito a bordo e sono fuggiti. Non sono quindi riuscito a fermarlo, ma forse è stato meglio così: lo avevo rincorso d’istinto, forse anche perché sono cintura nera di judo e quindi mi sento abbastanza sicuro, però con il senno di poi non sapevo come potesse reagire. Aveva sicuramente qualcosa di affilato in mano, l’oggetto che aveva usato per tagliare le cinghie, quindi sarebbe stata potenzialmente una situazione molto pericolosa».

Due possibili complici all’esterno dell’autogrill

Il 53enne, però, non aveva nessuna intenzione di lasciare perdere. Non solo ha immediatamente allertato le forze dell’ordine, ha anche aperto bene gli occhi per memorizzare il tipo di veicolo, poi identificato come un Citroen Evasion. Inoltre ha individuato due potenziali sospetti complici, lasciati a terra nella fretta di garantirsi la fuga.

«Davanti all’ingresso dell’autogrill – spiega – un uomo si è avvicinato e mi ha chiesto se avessi visto allontanarsi una monovolume grigia. Gli ho risposto di sì e gli ho chiesto lui cosa c’entrasse. Sottolineando che stava arrivando la polizia. Lui si è giustificato dicendo di essere un autostoppista che era stato caricato dai due uomini della Citroen. Poi ha raggiunto un altro conoscente. Si sono allontanati a piedi. Io nel dubbio, nonostante la zona sia piena di telecamere, ho fotografato anche loro mentre si allontanavano. Ho fornito tutto il materiale alle forze dell’ordine».

L’intervento della polizia stradale e la scoperta di un secondo furto ai danni di un altro viaggiatore

Poco dopo infatti è arrivata sul posto una pattuglia della polizia stradale. Gli agenti hanno raccolto tutti gli elementi e ascoltato i testimoni. Ma non era ancora finita lì.
Mentre i poliziotti effettuavano i primi accertamenti, un altro “camperista” si è presentato per denunciare che gli era appena stata rubata una bicicletta elettrica da 1.500 euro, dopo aver messo fuori uso dei lucchetti particolarmente spessi.
All’operatore sanitario, dunque, è andata meglio, perché nel suo caso non sono riusciti a rubare nulla.

“Dopo quanto successo continuavamo a chiederci cosa potesse accadere al buio e in posti isolati. Non eravamo tranquilli, siamo tornati a casa prima”

«Nel tentativo di portare via il monopattino ovviamente hanno danneggiato l’attrezzatura del camper – conclude -, ma i danni veri non sono stati quelli di natura economica. Vivere un’esperienza del genere, con tutta la famiglia a bordo del camper, lascia strascichi a livello psicologico. Se può accadere in pieno giorno, in mezzo a tante altre persone, sotto alle telecamere… inevitabilmente ti chiedi cosa possa accadere al buio e in posti più isolati. Non ti senti più sicuro. Vedevo i ragazzi spaventati, la notte non dormivamo più tranquilli, così giovedì abbiamo deciso di terminare in anticipo la vacanza e di rientrare qualche giorno prima del previsto».

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1 Commento

1 Commento

  1. ernesto trismegisto

    5 Settembre 2024 at 10:05

    Questo è il risultato di uno stato che, oltre a non difenderci, ci condanna se ci difendiamo da soli.

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