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Cronaca

Ecco chi è il piromane che ha mandato in fumo oltre mille ettari di bosco

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Un area di 1064 ettari solo in minima parte pascolo completamente distrutta dall’incendio doloso che ha danneggiato gravemente i territori di Trivero e Portula , 886mila euro di danni a cui devono essere aggiunti i costi per lo spegnimento, l’incremento esponenziale delle polveri sottili durante i giorni dell’incendio.

Un area di 1064 ettari solo in minima parte pascolo completamente distrutta dall’incendio doloso che ha danneggiato gravemente i territori di Trivero e Portula , 886mila euro di danni a cui devono essere aggiunti i costi per lo spegnimento, l’incremento esponenziale delle polveri sottili durante i giorni dell’incendio.
Questi i risultati ottenuti dal piromane Franco Machetto, di professione allevatore residente a Camandona, che ha appiccato il fuoco attraverso ben sei inneschi incendiari a tempo. Ha chiuso l’inchiesta il pm Mariaserena Iozzo. Il piromane è accusato di incendio boschivo a cui vanno sommarsi varie aggravanti tra cui spicca il fatto di aver appiccato l’incendio su un area riconosciuta come sito di importanza comunitaria dall’Unione europea quindi protetta arrecando un danno grave, esteso e persistente all’ambiente.
L’atto conclusivo fa seguito a una indagine definita esemplare del Corpo forestale, il quale ha consegnato al magistrato una relazione di circa 130 pagine, ottenuta mediante l’utilizzo di mezzi sofisticati mai utilizzati prima in questo settore e con intercettazioni, interrogatori, testimonianze, raccolta di numerosi indizi e ricostruzione minuziosa del materiale individuato durante attenti sopralluoghi sui terreni devastati dalle fiamme. Viene riportata anche una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali per documentare la responsabilità dell’imputato, il quale aveva cercato di difendersi, affiancato dai due avvocati Carlo Boggio Marzet e Gianni Chiorino, sostenendo che: “Volevo pulire quei due appezzamenti dietro le baite perché quest’estate nel mese di luglio era diventato secco e quindi volevo pulire quei due pezzi lì. Ho messo due inneschi di sopra e due inneschi di sotto le baite. Poi ero lì e mi sono spaventato quindi ho preso il recinto che era rimasto li e sono scappato”.
La forestale ha smontato punto per punto le affermazioni dell’accusato, partendo dal numero degli inneschi che erano sicuramente più dei quattro dichiarati. Inoltre è stato dimostrato, che non solo Machetto ha appiccato l’incendio, ma ha anche evitato di dare l’allarme che sicuramente avrebbe permesso un intervento tempestivo limitando così i danni.

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