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Biella

È morto Giampiero Loffi, volto dei rally e della Protezione civile

È andato a dormire e non si è più svegliato. L’amico Cleto Canova: “Non riesco a crederci, quel giorno l’avevo sentito due volte al telefono. Non c’era nessuna avvisaglia”

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Giampiero Loffi

Quando è andato a dormire stava bene. Non c’era nessuna avvisagli che potesse far ipotizzare che il suo cuore di lì a poco avrebbe smesso di battere. Invece non si è più svegliato Giampiero Loffi, morto improvvisamente nel sonno, nella notte tra lunedì e martedì.

Giampiero Loffi è morto nel sonno

A scoprire la tragedia è stata la moglie Bruna: la sveglia suonava, ma Giampiero non si muoveva. La notizia si è rapidamente diffusa in tutto il Biellese dove il 76enne era molto conosciuto per il grande impegno profuso nello sport e nel volontariato.
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Era una colonna del mondo dei rally

Per una vita, fino al 2001, aveva fatto parte dell’allora Commb, Comitato organizzatore manifestazioni motoristiche biellesi, che si occupava tra l’altro del mitico Rally della Lana. Quella per i motori era una passione che da sempre lo accompagnava. In passato aveva anche corso diverse gare “tout terrain”. Da anni, inoltre, responsabile dei commissari di gara e si occupava della loro formazione.

Sempre presente nelle missioni della Protezione civile

Anche nel mondo del volontariato era un’istituzione. Da caposquadra del Coordinamento territoriale di Protezione civile di Biella aveva partecipato anche a diverse missioni fuori provincia, dalla Liguria all’Emilia Romagna.

«Era una bella persona, solare. Oltre che un carissimo amico. In caso di bisogno, Giampiero c’era sempre. Potevi chiamarlo anche di notte». Con queste parole un commosso Cleto Canova , presidente del Coordinamento, ha ricordato Loffi. «Martedì ci eravamo sentiti due volte al telefono – continua Canova -, stava bene. Non riesco ancora a credere che non ci sia più. Veniva sempre in missione con noi, anche fuori dal Biellese. Era un pilastro fondamentale, per la sua esperienza e perché aveva tutte le abilitazioni per il movimento terra. Eravamo coscritti e amici…».

Canova: “Era un amico, in caso di necessità si poteva sempre contare su di lui”

Originario di Trivero, da alcuni anni si era trasferito ad Alice Castello insieme alla famiglia. «Ma parlava sempre in triverese» sottolinea con un sorriso Canova.
«Era davvero un amico del cuore – conclude commosso -, sempre disponibile, sempre pronto a tendere una mano, sempre pronto a partire per una missione in caso di necessità».
Familiari e amici gli hanno detto addio oggi alle 11, nella chiesa di Dorzano.

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