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Cronaca

Due imprenditori nei guai per bancarotta fraudolenta

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Due imprenditori sono stati denunciati per bancarotta fraudolenta. Nei giorni scorsi i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Biella hanno concluso due distinte indagini, delegate dall’Autorità Giudiziaria, nei confronti di due aziende biellesi operanti una nel campo della ristorazione e l’altra nel settore manifatturiero: i legali rappresentanti sono stati deferiti alla Procura della Repubblica.

Due imprenditori sono stati denunciati per bancarotta fraudolenta.

Nei giorni scorsi i finanzieri del Nucleo Polizia Tributaria di Biella hanno concluso due distinte indagini, delegate dall’Autorità Giudiziaria, nei confronti di due aziende biellesi operanti una nel campo della ristorazione e l’altra nel settore manifatturiero: i legali rappresentanti sono stati deferiti alla Procura della Repubblica.

Gli scrupolosi approfondimenti investigativi, volti a ricostruire le cause del dissesto aziendale, durati alcuni mesi ed avviati a seguito delle rispettive dichiarazioni di fallimento, hanno evidenziato gravissime irregolarità gestionali operate dagli amministratori soprattutto negli ultimi periodi di attività.

Nel primo caso la bancarotta fraudolenta, compiuta dal rappresentante legale di un noto locale biellese, famoso per l’organizzazione di eventi e serate danzanti, si è realizzata mediante una sistematica opera di svilimento del patrimonio aziendale, attuata attraverso la distrazione di oltre 100mila euro di incassi giornalieri, che evidentemente non sono stati dichiarati.

Nel secondo, invece, il titolare constatato un profondo ed irreversibile stato di insolvenza, derivato anche da un’importante e perdurante crisi di settore che ha paralizzato il mercato, in alternativa alla richiesta di fallimento ha pensato bene di modificare “ad arte” alcune voci di bilancio. Attraverso degli artifizi contabili ha dunque fatto apparire un “buono” stato economico-patrimoniale della propria società, continuando ad aggravarne il deficit.  Così, in poco tempo, inducendo banche e fornitori a concedere linee di credito impossibili da sanare, è riuscito ad accumulare un passivo di circa 500mila euro.

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