Cronaca
“Damiano era un ragazzo d’oro, non si può morire così a 17 anni”
Sarà celebrato lunedì alle 15 nella chiesa parrocchiale del Villaggio Lamarmora il funerale di Damiano Avola, il diciassettenne stroncato da un infarto giovedì mentre giocava a pallone in compagnia di un gruppo di amici e del fratello minore.
Sarà celebrato lunedì alle 15 nella chiesa parrocchiale del Villaggio Lamarmora il funerale di Damiano Avola, il diciassettenne stroncato da un infarto giovedì mentre giocava a pallone in compagnia di un gruppo di amici e del fratello minore. Il rosario, invece, sarà recitato domenica pomeriggio alle 17,30, sempre nella chiesa del Villaggio Lamarmora.
Erano circa le 18 e i ragazzi avevano deciso di fare una partitella a calcio nel piccolo campetto dell’oratorio. All’improvviso Damiano si è accasciato a terra perdendo i sensi. E’ stato proprio suo fratello a chiedere l’intervento del 118. Nel giro di pochi minuti è giunta sul posto un’ambulanza medicalizzata. I sanitari hanno fatto tutto il possibile per rianimarlo, ma i tentativi sono risultati vani, a quel punto il ragazzo è stato trasportato all’ospedale degli Infermi, ma purtroppo il suo cuore non ha più ripreso a battere. Una volta giunto al nosocomio, ai medici non è rimasto altro da fare che constatarne la morte.
La notizia della sua scomparsa nel giro di poche ore ha fatto il giro di Biella, soprattutto al Villaggio Lamarmora dove Damiano viveva con la mamma Anna Ingala (insegnante dell’Ipsia), il papà Salvatore (dirigente del Provveditorato agli studi di Biella) ed il fratello quidicenne.
«Damiano era un ragazzo d’oro – così lo ricorda lo zio Stefano Ingala -. Aveva un carattere dolce, era sempre sorridente. Pur essendo ancora giovane, sapeva il fatto suo. Frequentava il terzo anno di Agraria presso l’istituto Vaglio Rubens di Biella. Qualche tempo fa, mi aveva presentato Silvia, la sua fidanzata. Non riusciremo mai a farci una ragione di ciò che è successo, un ragazzino di appena 17 anni non può morire così, siamo distrutti».
La famiglia di Damiano ha deciso di donare gli organi. «Vogliamo che la sua scomparsa sia utile a qualcuno – conclude Stefano -. Ci rasserena il fatto che i suoi organi possano continuare a vivere. Ringraziamo tutti coloro che in questo momento ci stanno vicino».
Intanto, in queste ore, sono tanti i ragazzi, amici ma anche molti semplici conoscenti che si recano proprio li, nel campetto sportivo dell’oratorio per stringersi qualche secondo in silenzio ricordando quel giovane che purtroppo ora non c’è più.
Mauro Pollotti
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