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Cristina Maria Corona uccisa da un aneurisma a 53 anni

L’ultimo estremo gesto di generosità di Cristina Maria Corona: la donazione degli organi. Grazie a lei altre persone potranno continuare a vivere

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Cristina Maria Corona

Se n’è andata all’improvviso e troppo presto, Cristina Maria Corona, ma il suo grande cuore continuerà a battere.

I suoi organi infatti sono stati donati e permetteranno ad altre persone di vivere, come da sue precise volontà rispettate dai suoi cari, come ultimo estremo gesto d’amore verso il prossimo.

Cristina Maria aveva soltanto 53 anni e trascorreva un’esistenza felice a Cossato, dove si era trasferita da Borgomanero ormai molti anni fa e dove viveva con l’adorato Pier Luigi Borasio e il frutto del loro amore, il figlio Francesco.

Cristina Maria Corona portata via da un aneurisma

E’ stato un destino tragico e ingiusto a spezzare la loro serenità. E’ successo tutto inaspettatamente e troppo in fretta: un improvviso e fortissimo mal di testa, mentre tornava proprio da una visita ai parenti di Borgomanero insieme al figlio, la corsa al pronto soccorso, il trasferimento d’urgenza all’ospedale di Novara.

Le sue condizioni purtroppo sono subito apparse molto gravi, anche se la donna inizialmente è sempre rimasta cosciente. Quando è stata sottoposta al necessario e delicato intervento chirurgico, sono insorte delle complicazioni, il quadro clinico è precipitato e purtroppo i tentativi dei medici di salvarle la vita si sono rivelati vani.

“Il tuo ricordo resterà indelebile nel cuore della Fulgor”. Profondo cordoglio nel mondo del calcio

Cristina Maria e la sua famiglia sono molto conosciute nel Biellese, oltre che a Borgomanero, dove i genitori della donna avevano gestito un bar per molti anni.

La notizia della sua scomparsa ha destato profondo cordoglio anche nel mondo del calcio locale e in particolare nella Fulgor Ronco Valdengo, società in cui il figlio Francesco ha militato fino all’anno scorso, quando si è trasferito per frequentare l’università.

«La famiglia Fulgor – le commoventi parole scritte sulla pagina Facebook del sodalizio per ricordarla – è profondamente colpita e addolorata nell’apprendere della scomparsa di Cristina Maria. In questi anni, con i tuoi cari Pier e Francesco, siete diventati parte sempre più integrante della nostra famiglia ed insieme abbiamo avuto la gioia e il privilegio di vivere, dentro e fuori dal campo, attimi di sport e di vera amicizia che niente potrà cancellare. Oggi tutta la famiglia Fulgor piange la tua prematura scomparsa e si stringe in un abbraccio fraterno a Pierluigi Borasio e a Francesco. La Fulgor era nel tuo cuore. Il tuo ricordo resterà indelebile nel cuore della Fulgor».

Cristina Maria e Pierluigi, infatti, erano una delle anime della Fulgor; spesso erano proprio loro a occuparsi del punto di ristoro dell’associazione durante i match casalinghi di giovanili e prima squadra.

D’altro canto il calcio per lei era una grande passione, una colonna portante della sua vita. In casa vigeva una sola fede, quella bianconera, che accomunava lei, il marito, il figlio e il loro cane, chiamato non a caso Pavel. Ma lei era la tifosa più “sfegatata”.

«Era una bravissima persona, estremamente generosa – conferma un amico -. Lei e Pier erano molto attivi nell’ambito della Fulgor, ci siamo conosciuti proprio portando i nostri figli al campo di calcio. In breve tempo eravamo diventati amici, si era creato un bellissimo gruppo e tutte le domeniche ci si ritrovava insieme a pranzo. Sembra impossibile che lei ora non ci sia più».

Sabato scorso l’ultimo saluto

Amici e parenti le hanno detto addio sabato pomeriggio, nella chiesa di San Bartolomeo a Borgomanero. La sera precedente, invece, è stato recitato il rosario nella chiesa di “Nostra Signora d’Oropa” alla Spolina, frazione di Cossato in cui Cristina Maria viveva insieme ai suoi cari.

Oltre all’amatissimo Pier Luigi e al suo “orgoglio” Francesco, la 53enne ha lasciato nel dolore il fratello Matteo, gli zii, la cognata, i nipoti e i cugini.

Il marito: “Ci auguriamo che possa continuare a darci la forza di andare avanti”

Nonostante l’inimmaginabile dolore di questi difficili momenti, la famiglia ha voluto ringraziare pubblicamente il reparto di Neurochirurgia, nella persona del dottor Mattia Del Maestro, e il reparto di Rianimazione d’urgenza dell’ospedale Maggiore di Novara, per tutto quello che hanno fatto per provare a salvarla.

«Ora ci auguriamo soltanto – sono le parole commosse del marito Pierluigi – che lei possa continuare a darci la forza di andare avanti, io con mio figlio e mio figlio con me. Che riesca ad aiutarci, come ha sempre fatto».

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