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Crescono i casi di violenza: servono più case per aiutare le donne

Accordo tra Comune di Biella e consorzi socioassistenziali. Le strutture oggi sono tre: ne occorre almeno ancora una

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Crescono i casi di violenza: servono più case per aiutare le donne. Attualmente le strutture presenti sul territorio, in località segrete, sono tre.

Una di queste viene utilizzata per le accoglienze in casi d’emergenza. Altre due invece servono soprattutto quando le donne hanno già intrapreso un percorso di reinserimento sociale. Con un nuovo progetto di vita, dopo la fase di protezione dovuta agli abusi subiti.

Crescono i casi di violenza: servono più case per aiutare le donne

La rete anti-violenza di cui fanno parte il Comune di Biella, il Cissabo e l’Iris sta lavorando per trovare un’altra casa. E quindi i fondi per l’importante investimento. Per ora c’è una serie di incontri e di valutazioni. E due delibere dell’amministrazione comunale che finanzia progetti di aiuto per le donne vittime di violenza. La scorsa settimana la maggioranza politica del sindaco Olivero a Palazzo Oropa ha stanziato 3mila euro.

«Non è tanto una questione di soldi, ma di attenzione verso le donne – spiega Isabella Scaramuzzi, assessore ai servizi sociali -. La rete fa un lavoro enorme e il Comune fa la sua parte. Anche se non è l’ente capofila di tutta una serie di progetti che aiutano le donne a ritornare alla normalità dopo situazioni drammatiche e dolorose».

«Il Biellese non è un’isola felice – argomenta Stefano Ceffa, presidente del Cissabo -. Stiamo redigendo il bilancio annuale. E le statiche confermano che anche da noi il fenomeno della violenza sulle donne esiste. I numeri parlano chiaro. Rispetto al recente passato, i casi sono in forte aumento. Di pari passo, però, sono cresciute l’attenzione e le azioni di contrasto o prevenzione. Per anni il fenomeno è stato sottostimato o derubricato a problema familiare. Oggi forze dell’ordine, medici e pure la politica se ne occupano».

Le donne non sono sole

Il codice rosso e i progetti della Procura della Repubblica di Biella sono azioni concrete di pronto intervento, impensabili venti o trent’anni fa. Poi ci sono le scuole e tanti altri soggetti in campo educativo e sociale, a fare la propria parte. Le donne vittime di abusi e di violenza non sono più sole.

«Una quarta realtà abitativa per gestire al meglio le donne e, spesso, i loro figli, è sempre più necessaria – aggiunge ancora Ceffa -. Sia perché le persone che ospitiamo sono anche provenienti da fuori, per ragioni di segretezza e allontanamento dal contesto violento. Sia perché il numero di casi anche da noi è in aumento. E di fronte a una donna picchiata, maltrattata o costretta a prostituirsi, per essere d’aiuto, servono spazi e risorse immediate e adeguate».
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