Cronaca
Chi mi ha investita abbia il coraggio di farsi avanti
Chi mi ha investita abbia il coraggio di farsi avanti.
Parla la donna travolta in via Repubblica
«A oltre un mese dall’incidente, non so ancora chi devo ringraziare».
E’ amareggiata, più che arrabbiata, Marzia Ferrarotti, la donna investita da un’auto in via Repubblica lo scorso 15 gennaio (leggi qui quanto successo). E’ stata lasciata a terra ferita e sanguinante dal “pirata”, che si è allontanato subito dopo. A distanza di alcune settimane, mentre il cerchio attorno al responsabile si sta comunque stringendo – la polizia stradale ha individuato il modello della vettura e sta convocando tutti i proprietari di quel tipo di auto – spera ancora che si faccia avanti da solo e si prenda le proprie responsabilità (approfondisci qui). A maggior ragione sapendo che, per fortuna, nessuno ci ha rimesso la pelle. La donna se l’è “cavata” con 40 giorni di prognosi: un trauma cranico e la clavicola sinistra fratturata. «Stavo attraversando verso via XX settembre – ricorda – quando ho visto spuntare quest’auto davanti a me. Andava piano, fortunatamente. Mi ha urtata e l’impatto mi ha spinto quattro o cinque metri più in là. Sono caduta all’indietro. Un attimo prima camminavo tranquilla verso casa, un attimo dopo mi sono ritrovata all’ospedale».
E’ successo tutto molto rapidamente, Marzia non è riuscita a vedere bene: «Mi hanno detto che ha rallentato, quasi fino a fermarsi, e poi si è allontanato». Almeno adesso vorrebbe vederlo “tornare indietro”. «Vorrei rivolgere un appello a questa persona – spiega – e a tutti coloro ai quali può capitare di ritrovarsi in situazioni simili: provate a considerare, dal punto di vista umano, quello che deve passare una persona investita e abbandonata sull’asfalto. La prima cosa da fare è soltanto una: fermarsi. Al di là di ogni cosa, restiamo umani, come tante volte vediamo scritto sui social. Ci vuole rispetto: io ho la fortuna di poterla raccontare, altri non ci sono più o hanno danni permanenti».
Oltre all’aspetto umano, c’è anche quello materiale da considerare. Marzia Ferrarotti, infatti, finora ovviamente non è stata risarcita da alcuna assicurazione: «L’omissione di soccorso è una cosa grave – continua -, uno dovrebbe pensarci un attimo prima di agire così. Dovrebbe riflettere sulle conseguenze alle quali va incontro lui e chi rimane coinvolto. Per le spese sostenute non so a chi debba rivolgermi. Rimanere ferma oltre un mese, oltretutto, di sicuro non mi ha aiutata economicamente. Mi hanno detto che nella peggiore delle ipotesi esiste un fondo per le vittime della strada, ma credo che i tempi e le procedure siano parecchio lunghi».
A lasciare perplessa la donna, poi, c’è un altro aspetto: le strisce pedonali: «Anch’io guido – premette -, ma almeno sulle strisce faccio particolare attenzione. Non voglio essere “negativa”, ma da quando sono stata investita, parecchie persone mi hanno raccontato di episodi simili accaduti a loro mentre attraversavano. In quel punto, oltretutto, sono attaccate all’incrocio, forse non è la posizione migliore. Ce ne sono tante così in città. Forse, spostate qualche metro prima, sarebbero meno pericolose».
Ora spera solo che le sue parole siano almeno un sasso nello stagno: «E’ soltanto questione di civiltà».
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