Cronaca
Bruno Pollotti lotta fra la vita e la morte
Sono molto gravi le condizioni di Bruno Pollotti, l’uomo di 47 anni residente a Vigliano investito lunedì mattina a Chiavazza nei pressi dell’imbocco della tangenziale. Pollotti si trova ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Maggiore di Novara dove è mantenuto in coma farmacologico.
Sono molto gravi le condizioni di Bruno Pollotti, l’uomo di 47 anni residente a Vigliano investito lunedì mattina a Chiavazza nei pressi dell’imbocco della tangenziale. Pollotti si trova ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Maggiore di Novara dove è mantenuto in coma farmacologico. “La prognosi è riservata e i medici non si sbilanciano – afferma il nipote Stefano – Lo zio nel violento impatto ha subito diversi traumi alla testa e ha un ematoma in un polmone. Fortunatamente non ha riportato danni alla colonna vertebrale. Fondamentali saranno le prossime ore per capire come potrà evolversi la situazione”.
Intanto gli agenti della polizia municipale di Biella stanno cercando di ricostruire l’accaduto. Hanno sentito diversi testimoni e realizzato tutti i rilievi del caso. Il terribile incidente è accaduto alle 8,40. Marco M. di 33 anni, dipendente della ditta Cam di Vigliano era al volante di un furgone Doblò. Probabilmente ha visto il pedone all’ultimo momento e non è riuscito a evitare l’impatto. Pollotti, stava attraversando la strada proprio all’altezza dello svincolo per Cossato per raggiungere il viadotto sul Cervo e quindi il centro città. Un punto pericoloso caratterizzato dallo scorrimento veloce del traffico e dall’assenza di strisce. Alcuni automobilisti che seguivano il furgoncino della Cam raccontano la scena incredibile. “Ho visto quel poveretto scaraventato in aria come se fosse un sacco di stracci – spiega una donna ancora sotto choc -. Sembrava la scena di un film. Ha fatto un volo di qualche metro ed è atterrato a terra picchiando la testa. Ci siamo fermati per chiamare i soccorsi. Quell’uomo era a terra in una pozza di sangue. Immobile. Speriamo si possa salvare”.
Elisabetta Ferrari
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