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Cronaca

Biella in lutto per Vincenzo Franzone

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Il ricordo delle figlie: «Prima di andarsene ci ha fatto il regalo più grande. Ci ha donato il tempo, dieci giorni per permettere a chi era lontano di tornare a dirgli addio. Ha lasciato che ci “preparassimo”».

«Prima di andarsene ci ha fatto il regalo più grande. Ci ha donato il tempo, dieci giorni per permettere a chi era lontano di tornare a dirgli addio. Ha lasciato che ci “preparassimo”».

Non c’è solo dolore nelle parole di Martina e Matilde, ma l’amore immenso di due figlie per il proprio padre, Vincenzo Franzone, che il destino ha voluto improvvisamente strappare alla vita. Aveva solo 63 anni il noto commerciante di Biella, titolare dei negozi “La pelle” di piazza Fiume e del centro commerciale Gli Orsi, scomparso domenica all’ospedale di Biella. Due settimane fa, dopo un paio di giorni trascorsi a letto con la febbre, è entrato inspiegabilmente in coma, forse a causa di un’infezione partita dal cuore, quel cuore grande che lo aveva fatto amare da amici e clienti, quel cuore che due anni fa era già stato sottoposto ad un intervento chirurgico, quel cuore che, anche nell’ora più triste, ha spinto i familiari a decidere per un ultimo gesto di generosità: la donazione delle cornee.

Vincenzo, o più semplicemente Vince, ha tenuto duro per diversi giorni, a un certo punto, quando i medici hanno tentato di risvegliarlo, ha anche dimostrato di percepire la presenza dei propri cari accanto a lui.
«Erano piccoli segnali – racconta commossa Martina -, un po’ come se volesse salutarci. Anche chi era lontano ha fatto in tempo a raggiungere Biella, domenica c’eravamo tutti: le tre sorelle, le tre figlie e sua moglie. Con tutte le donne della sua vita a fianco, era libero di andare».

A piangerlo, però, non sono solo le “sue” donne. Franzone, infatti, non lascia soltanto la moglie Renata, le figlie Loretta, Martina e Matilde, le sorelle Nerina, Pina e Franca e i quattro nipotini. “Il Vince” lascia anche le tantissime persone che frequentavano i suoi negozi, da sempre amici prima che clienti, per un commerciante che dell’entusiasmo e della disponibilità verso il prossimo aveva fatto uno stile di vita.
«Papà era un buono – continuano le figlie -, non esistono persone a cui non piacesse. Tutti sapevano che il Vince c’era, sempre».

Franzone, inoltre, era prima di tutto un bravissimo commerciante. Dopo aver appreso il mestiere dalla famiglia Cavicchioli, aveva rilevato il loro banco al mercato e poi aperto il negozio in centro, a Biella.
«Ha trasformato una passione – prosegue Martina – in un lavoro e un lavoro nella sua famiglia. E infatti chi arrivava in negozio era un po’ come se entrasse in casa nostra. Papà era un entusiasta per natura e trasmetteva il proprio entusiasmo a chiunque, fin dal primo incontro. In queste ore in tanti hanno dimostrato di volergli bene. Un fornitore ha addirittura chiamato dall’Asia per esprimere il proprio dispiacere. Di solito si dice “è mancato all’affetto dei suoi cari”, papà invece è mancato all’affetto di tutti».
Nonostante il dolore, la famiglia ci tiene a dedicare un pensiero a chi ha fatto qualsiasi cosa per provare a salvargli la vita.

«Ringraziamo tutto il reparto di Rianimazione – sottolinea Matilde -, per non aver lasciato nulla di intentato, ma soprattutto per l’umanità con cui hanno gestito la situazione. Veder piangere un’infermiera, quando ti dicono che non c’è più niente da fare, non capita tutti i giorni. Ci hanno letteralmente presi per mano e accompagnati».
«Vogliamo ringraziare tutti – aggiunge Martina -, in particolare le dottoresse Tedesco e Scaglia, ma anche i dottori Bertinieri e Giudici che, nonostante il caso non rientrasse nelle loro competenze di reparto, si sono interessati dimostrando non solo grande professionalità e umanità, ma soprattutto una vera amicizia nei suoi e nei nostri confronti».

Quelle di oggi e domani saranno le giornate dell’addio e delle lacrime, poi tutta la famiglia Franzone si rimboccherà le maniche per ricordare Vincenzo nel modo migliore: continuando a portare avanti, con lo stesso immutato impegno di prima, l’attività da lui creata. Questa sera alle 20 verrà recitata la corona nella chiesa di Cossila San Grato. Domani mattina alle 10, nella stessa chiesa, sarà celebrato il funerale.

«Ci manca già – ammettono le figlie con le lacrime agli occhi -, soprattutto quando ci vengono in mente le piccole cose: l’inconfondibile rumore dei suoi passi sulle scale oppure lo slogan che, da buon ambulante, ripeteva tutte le volte alla fine del mercato, quando arrivava il momento di “smontare”». Vincenzo forse, se avesse potuto, avrebbe salutato tutti proprio con quelle sue parole: “La ditta ringrazia, saluta e se ne va”.

m. f.

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