Biella
Biella capitale dei casi risolti: il 40% ha un colpevole in pochi mesi
La media regionale è del 17,6%, quella nazionale sfiora il 20%
![casi risolti](https://laprovinciadibiella.it/wp-content/uploads/2025/02/casi-risolti.jpg)
Per una volta siamo “i più bravi”. Nell’ambito dei “casi risolti”, la nostra provincia è quella con il più alto tasso di delitti in cui si individua il presunto colpevole nello stesso anno in cui il delitto stesso è stato commesso.
Casi risolti, a Biella il record regionale: il 40% ha un presunto colpevole entro l’anno. La media nazionale non arriva al 20%
In quasi un caso su due forze dell’ordine e autorità giudiziaria individuano il presunto responsabile a stretto giro. La percentuale biellese è infatti del 39,3%, assai più alta di quella regionale che si attesta al 17,6, ma decisamente superiore anche rispetto a quella nazionale (19,3).
È quanto emerge analizzando i dati Istat in merito al “tasso di delittuosità” (calcolato per 100mila abitanti) degli anni 2021, 2022 e 2023.
Per quanto riguarda Biella, la “delittuosità totale” risulta in aumento: 3.051 delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria nel 2023, in crescita rispetto ai due anni precedenti. Un trend che riguarda tutta Italia ed è legato al precedente calo di reati, registrato durante il periodo della pandemia.
Per i delitti commessi nel 2023, come detto, nel 39,3% dei casi è stato individuato il presunto autore nello stesso anno. E anche questa percentuale è in aumento (nel 2022 il dato era del 36,6%). Non solo, il dato del 2024 non è ancora ufficiale, ma dovremmo aver superato quota 40%.
Si tratta del risultato migliore a livello regionale. Verbania e Vercelli, rispettivamente seconda e terza di questa speciale “classifica”, si fermano al 30%, con una percentuale in lieve calo rispetto al 2022, così come avviene in tutte le altre province piemontesi.
Giacometti, comandante provinciale dei carabinieri: “Fondamentale la forte collaborazione con la popolazione”
«Le statistiche sono sempre difficili da analizzare tout-court – sono le parole del colonnello Marco Giacometti, comandante provinciale dei carabinieri, che accetta di commentare i dati Istat -. Senz’altro comunque è il segno di una forte collaborazione della popolazione, anche semplicemente nel segnalare le situazioni sospette e nel rivolgersi con fiducia alle forze dell’ordine. È anche l’effetto di un fenomeno virtuoso come l’alta propensione dei biellesi a denunciare i reati. Questo vale ad esempio per i furti in abitazione: ci ha permesso di risolvere diversi casi anche nell’ultimo anno». «Sicuramente – conclude – è importante anche il fatto di avere un’incidenza molto bassa di alcuni tipi di reati, come le rapine, e più in generale una bassa delittuosità, che ci permette di dare risposte risposte più efficaci e puntuali. È un circolo virtuoso, ma il fatto che il territorio sia tranquillo ci richiama alla responsabilità di mantenerlo tale. In generale, comunque, è un bel segnale di fiducia dei cittadini verso le istituzioni, perché quella rappresenta il primo fondamentale passaggio per arrivare alla risoluzione dei casi».
Il questore Bucarelli: “Un risultato che non sorprende, alla luce dell’impegno e della passione che vedo ogni giorno”
«Ovviamente non posso prendermi meriti essendo arrivata solo a settembre – commenta invece con un pizzico di ironia il questore Delia Bucarelli -. Posso però dire che ho trovato un ambiente in cui c’è grande entusiasmo. La nostra è una questura giovane, con un’età media bassa, ma anche i più “anziani” mostrano ancora una grande voglia di fare, di trasmettere le loro competenze ai giovani e di essere “in pista”, con la disponibilità e la passione di cui necessita questo mestiere. Questi risultati non mi sorprendono, vedendo quanto si prodigano».
«Sono molto contenta – aggiunge – perché si tratta di una conferma “numerica” del buon lavoro svolto, un riscontro “leggibile” da tutti e non solo dagli addetti ai lavori. L’impegno è costante e porta i suoi frutti, basti pensare a quanti truffatori abbiamo preso di recente. Dopo gli ultimi due arresti sono andata a congratularmi con tutta la squadra mobile perché il giorno prima ne avevano già effettuati altrettanti. Dietro a un arresto c’è sempre tantissimo lavoro che non si vede, che magari ti tiene impegnato fino a tarda notte. È davvero faticoso. Eppure la mattina dopo loro erano ancora sul pezzo e sono riusciti a fermarne altri due».
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