BiellaCronaca
Biella capitale dei casi risolti: il 40% ha un colpevole in pochi mesi
La media regionale è del 17,6%, quella nazionale sfiora il 20%

Per una volta siamo “i più bravi”. Nell’ambito dei “casi risolti”, la nostra provincia è quella con il più alto tasso di delitti in cui si individua il presunto colpevole nello stesso anno in cui il delitto stesso è stato commesso.
Casi risolti, a Biella il record regionale: il 40% ha un presunto colpevole entro l’anno. La media nazionale non arriva al 20%
In quasi un caso su due forze dell’ordine e autorità giudiziaria individuano il presunto responsabile a stretto giro. La percentuale biellese è infatti del 39,3%, assai più alta di quella regionale che si attesta al 17,6, ma decisamente superiore anche rispetto a quella nazionale (19,3).
È quanto emerge analizzando i dati Istat in merito al “tasso di delittuosità” (calcolato per 100mila abitanti) degli anni 2021, 2022 e 2023.
Per quanto riguarda Biella, la “delittuosità totale” risulta in aumento: 3.051 delitti denunciati dalle forze di polizia all’autorità giudiziaria nel 2023, in crescita rispetto ai due anni precedenti. Un trend che riguarda tutta Italia ed è legato al precedente calo di reati, registrato durante il periodo della pandemia.
Per i delitti commessi nel 2023, come detto, nel 39,3% dei casi è stato individuato il presunto autore nello stesso anno. E anche questa percentuale è in aumento (nel 2022 il dato era del 36,6%). Non solo, il dato del 2024 non è ancora ufficiale, ma dovremmo aver superato quota 40%.
Si tratta del risultato migliore a livello regionale. Verbania e Vercelli, rispettivamente seconda e terza di questa speciale “classifica”, si fermano al 30%, con una percentuale in lieve calo rispetto al 2022, così come avviene in tutte le altre province piemontesi.
Giacometti, comandante provinciale dei carabinieri: “Fondamentale la forte collaborazione con la popolazione”
«Le statistiche sono sempre difficili da analizzare tout-court – sono le parole del colonnello Marco Giacometti, comandante provinciale dei carabinieri, che accetta di commentare i dati Istat -. Senz’altro comunque è il segno di una forte collaborazione della popolazione, anche semplicemente nel segnalare le situazioni sospette e nel rivolgersi con fiducia alle forze dell’ordine. È anche l’effetto di un fenomeno virtuoso come l’alta propensione dei biellesi a denunciare i reati. Questo vale ad esempio per i furti in abitazione: ci ha permesso di risolvere diversi casi anche nell’ultimo anno». «Sicuramente – conclude – è importante anche il fatto di avere un’incidenza molto bassa di alcuni tipi di reati, come le rapine, e più in generale una bassa delittuosità, che ci permette di dare risposte risposte più efficaci e puntuali. È un circolo virtuoso, ma il fatto che il territorio sia tranquillo ci richiama alla responsabilità di mantenerlo tale. In generale, comunque, è un bel segnale di fiducia dei cittadini verso le istituzioni, perché quella rappresenta il primo fondamentale passaggio per arrivare alla risoluzione dei casi».
Il questore Bucarelli: “Un risultato che non sorprende, alla luce dell’impegno e della passione che vedo ogni giorno”
«Ovviamente non posso prendermi meriti essendo arrivata solo a settembre – commenta invece con un pizzico di ironia il questore Delia Bucarelli -. Posso però dire che ho trovato un ambiente in cui c’è grande entusiasmo. La nostra è una questura giovane, con un’età media bassa, ma anche i più “anziani” mostrano ancora una grande voglia di fare, di trasmettere le loro competenze ai giovani e di essere “in pista”, con la disponibilità e la passione di cui necessita questo mestiere. Questi risultati non mi sorprendono, vedendo quanto si prodigano».
«Sono molto contenta – aggiunge – perché si tratta di una conferma “numerica” del buon lavoro svolto, un riscontro “leggibile” da tutti e non solo dagli addetti ai lavori. L’impegno è costante e porta i suoi frutti, basti pensare a quanti truffatori abbiamo preso di recente. Dopo gli ultimi due arresti sono andata a congratularmi con tutta la squadra mobile perché il giorno prima ne avevano già effettuati altrettanti. Dietro a un arresto c’è sempre tantissimo lavoro che non si vede, che magari ti tiene impegnato fino a tarda notte. È davvero faticoso. Eppure la mattina dopo loro erano ancora sul pezzo e sono riusciti a fermarne altri due».
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Gabriella SUSTA
10 Febbraio 2025 at 14:23
Penso sia una grandissima cavolata,quella che scrivete. L’omicida stradale di mio figlio Niccolò,24 anni ,tale Davide BAROLO, ci ha trascinati per 11 (undici) anni in tribunale per sostenere di essere incolpevole. Guidava lui,mio figlio il passeggero: la Befana (erano le 23,50 della notte dell’Epifania 2007 si era materializzata in qualche modo,così da fargli perdere il controllo dell’auto e finire contro un palo.Il giudice non lo ha portato a processo per 11 anni.C’è ancora qualche adulto disturbato che crede alla Befana! Poi finalmente il giudizio,sfavorevole per il BAROLO,ma inconsistente, mentre la famiglia della vittima, è stata condannata all’ergastolo del dolore per una perdita incolmabile. GABRIELLA SUSTA LUCCHINI