Cronaca
“All’ospedale di Biella non hanno curato mio figlio”
Un padre di famiglia accusa i medici del reparto di pediatria della Asl di Biella in quanto, a suo dire, hanno dimostrato scarsa professionalità e sensibilità nei confronti del proprio figlio. Le sua dichiarazioni sono state prontamente smentite dalla stessa Azienda sanitaria biellese.
Di seguito la testimonianza di Simone Moret: «Con questa lettera aperta vorrei segnalarvi quanto ci è accaduto ieri pomeriggio, mercoledì 26-07-2017 presso l’ospedale di Biella (Ponderano), reparto pediatria. Nel pomeriggio di ieri, appunto, mia moglie si è recata frettolosamente al pronto soccorso dopo che uno dei miei due gemellini di 10 mesi, Mattia, ha rigurgitato in auto mostrando forti sensi di soffocamento. Dovuto a questo appunto, Mattia era molto sporco di vomito e mia moglie, agitata dal fatto che Mattia era rimasto senza respiro e con appresso anche Federico, si è frettolosamente recata in ospedale per una “sperata” rapida assistenza. Purtroppo però quello che si è sentita dire è stato: -“signora il bambino noi non lo possiamo visitare finchè non lo cambia e lo pulisce, e poi adesso mi sembra che respiri…”. Questa segnalazione non la faccio per caso, purtroppo altri episodi ci sono stati segnalati e per nostra sfortuna anche subiti dal mio nipotino Andrea di 5 mesi che in passato era stato rimandato a casa dallo stesso reparto perché secondo loro non aveva nulla (poi ricoverato il giorno dopo con l’ossigeno per forte presenza di catarro)… Che dire, spero che questa lettera aiuti a mettere alla luce un comportamento del tutto scarsamente professionale tenutosi in una struttura dove la vita e l’altruismo dovrebbero essere al primo posto».
A tali accuse, come si è detto, è seguita l’immediata replica dell’Azienda sanitaria chiamata in causa, che smentisce categoricamente quanto segnalato dal cittadino. «Dall’analisi interna effettuata emerge che il bambino è entrato in ospedale, tramite accesso in pronto soccorso alle 16,38 – in codice verde – ed è uscito alle 17,24. È stato valutato e visitato nei tempi corretti. Già in pronto soccorso è stato subito accertato che il bambino non presentava alcun segno di soffocamento. Una volta giunto in pediatria l’infermiera si è attivata per cercare dei vestitini puliti al centro immaturi e fare in modo che potesse essere pulito e sistemato. La pulizia è una misura indispensabile di prevenzione sanitaria, anche a tutela degli altri pazienti, per prevenire la diffusione di patologie, che come in questo caso, possono avere una sospetta origine gastro intestinale. Quando è stato visitato dal medico il bambino era già stato cambiato».
Un padre di famiglia accusa i medici del reparto di pediatria della Asl di Biella in quanto, a suo dire, hanno dimostrato scarsa professionalità e sensibilità nei confronti del proprio figlio. Le sua dichiarazioni sono state prontamente smentite dalla stessa Azienda sanitaria biellese.
Di seguito la testimonianza di Simone Moret: «Con questa lettera aperta vorrei segnalarvi quanto ci è accaduto ieri pomeriggio, mercoledì 26-07-2017 presso l’ospedale di Biella (Ponderano), reparto pediatria. Nel pomeriggio di ieri, appunto, mia moglie si è recata frettolosamente al pronto soccorso dopo che uno dei miei due gemellini di 10 mesi, Mattia, ha rigurgitato in auto mostrando forti sensi di soffocamento. Dovuto a questo appunto, Mattia era molto sporco di vomito e mia moglie, agitata dal fatto che Mattia era rimasto senza respiro e con appresso anche Federico, si è frettolosamente recata in ospedale per una “sperata” rapida assistenza. Purtroppo però quello che si è sentita dire è stato: -“signora il bambino noi non lo possiamo visitare finchè non lo cambia e lo pulisce, e poi adesso mi sembra che respiri…”. Questa segnalazione non la faccio per caso, purtroppo altri episodi ci sono stati segnalati e per nostra sfortuna anche subiti dal mio nipotino Andrea di 5 mesi che in passato era stato rimandato a casa dallo stesso reparto perché secondo loro non aveva nulla (poi ricoverato il giorno dopo con l’ossigeno per forte presenza di catarro)… Che dire, spero che questa lettera aiuti a mettere alla luce un comportamento del tutto scarsamente professionale tenutosi in una struttura dove la vita e l’altruismo dovrebbero essere al primo posto».
A tali accuse, come si è detto, è seguita l’immediata replica dell’Azienda sanitaria chiamata in causa, che smentisce categoricamente quanto segnalato dal cittadino. «Dall’analisi interna effettuata emerge che il bambino è entrato in ospedale, tramite accesso in pronto soccorso alle 16,38 – in codice verde – ed è uscito alle 17,24. È stato valutato e visitato nei tempi corretti. Già in pronto soccorso è stato subito accertato che il bambino non presentava alcun segno di soffocamento. Una volta giunto in pediatria l’infermiera si è attivata per cercare dei vestitini puliti al centro immaturi e fare in modo che potesse essere pulito e sistemato. La pulizia è una misura indispensabile di prevenzione sanitaria, anche a tutela degli altri pazienti, per prevenire la diffusione di patologie, che come in questo caso, possono avere una sospetta origine gastro intestinale. Quando è stato visitato dal medico il bambino era già stato cambiato».
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