Attualità
Quartiere Spinei a Cossato, residenti esasperati: «I galli cantano a tutte le ore della notte»
«Ci sono giorni in cui non è possibile concentrarsi su nulla perché non abbiamo riposato»
COSSATO – Quasi un anno fa avevamo trattato la questione del rumore provocato dall’improvvisata fattoria che, dallo scorso aprile, non fa dormire i residenti del quartiere Spinei, ad oggi la situazione non pare essere migliorata anzi.
«Sono andata di recente a chiedere a che punto si trova la valutazione della nostra situazione, dopo che la Polizia municipale ha sentito tutti noi che abbiamo fatto l’esposto, cosa avvenuta a dicembre – spiega Paola, che ci aveva già segnalato il disturbo -. La documentazione è stata portata in procura, ma non abbiamo più saputo nulla. Da voci pare che il nostro vicino rumoroso abbia ottenuto il permesso dall’Asl di possedere un piccolo allevamento, la cui proprietà potrebbe essere ripartita tra i famigliari. Noi però, intanto, proseguiamo con i risvegli all’alba con il canto di diversi galli a tutte le ore della notte, alle due, alle quattro e alle sei, e con l’abbaiare di tanti cani. Abbiamo persino immaginato che le luci degli addobbi di Natale contribuissero a tenerli svegli. Da gennaio ci sono certamente anche delle new entry, nuovi personaggi, nuovi versi fra quelli che cantano. Ci sono giorni in cui non è possibile concentrarsi su nulla perché non abbiamo riposato. La tutela del diritto al riposo non c’è. Confidiamo nella goccia che cade, teniamo vivo il problema. Non sappiamo neppure se il tribunale prenderà in mano la questione. Ci ritroviamo come un anno fa ad aprile. Stesse condizioni».
Sentita la Polizia municipale, gli agenti spiegano: “La nostra procedura si divide in due percorsi. La prima via è amministrativa, passando per l’Ufficio Ambiente che è ha sindacato sulla situazione ambientale e dei fabbricati. In effetti, tenendo conto che c’è un vuoto normativo a livello di regolamento comunale, loro hanno dato parere positivo sul numero degli animali. L’altra procedura è legata al disturbo che si può sanzionare in modo penale, ma non possiamo farlo direttamente. È il giudice che definisce la pena, quindi dopo aver eseguito accertamenti con le persone interessate, in modo da comprendere quali siano le prove che vantano a loro favore, i primi giorni di gennaio abbiamo inviato tutto in Procura. In un mese potrebbero valutare la documentazione, ma potrebbe anche andare avanti per anni. Non conosciamo la tempistica. La macchina amministrativa è stata messa in moto. Serve capire se c’è reato, altrimenti non abbiamo strumenti per intervenire. Sarebbe buono che si risolvesse con rapporti di buon vicinato».
Immagine di repertorio
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