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Biella

Tre biellesi assolti dall’accusa di rapina

Processo

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Il processo per rapina aggravata si è concluso con tre assoluzioni. Gli imputati erano tre biellesi legati al mondo della tossicodipendenza e dello spaccio, mentre la presunta vittima apparteneva anch’essa a quel contesto. Secondo l’accusa, la rapina sarebbe avvenuta nel gennaio 2019, quando due persone fecero irruzione nella casa di un conoscente della vittima, minacciandolo con un’accetta per farsi consegnare i 5 mila euro presenti nel suo portafogli.

La vittima, ospitata temporaneamente, avrebbe ricevuto quella somma come liquidazione di un’eredità dalla sorella che successivamente lo aveva cacciato di casa. Durante il dibattito, la stessa vittima avrebbe scagionato gli imputati, rispondendo con molteplici “non ricordo”. Gli imputati avrebbero negato la rapina, ma ammesso il furto dei soldi. Affermarono di aver notato la mazzetta nel portafoglio della vittima mentre si trovavano nello stesso alloggio e di aver approfittato di un momento di distrazione per rubare il denaro.

Alla fine della fase istruttoria, il pubblico ministero aveva chiesto la condanna per rapina aggravata, con la possibilità di condanna per furto in abitazione previa violazione di domicilio come opzione alternativa. La difesa, rappresentata dagli avvocati Cristian Conz, Marco Cavicchioli e Pietro Barasso, aveva invece chiesto l’assoluzione.

La sentenza del giudice ha decretato il non doversi procedere per difetto di querela. In pratica, la giusta qualificazione del reato, secondo quanto emerso nel processo, sarebbe stata di furto. Tuttavia, poiché il furto non è un reato procedibile d’ufficio, ma richiede una querela da parte delle parti offese, la mancanza di una querela da parte della presunta vittima ha portato all’assoluzione degli imputati. Inoltre, non sono state trovate tracce del denaro sottratto né dell’accetta presumibilmente impiegata nella rapina.

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