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“Passeggiata dei preti” a Oropa inaccessibile ai disabili

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La via d’ingresso è chiusa alle persone con disabilità. È questa la segnalazione di Roberta Coda Zabetta, biellese e amante delle montagne locali, in merito al punto di entrata della famosa passeggiata dei preti ad Oropa.

Si tratta di un sentiero pianeggiante, di bassa difficoltà, che costeggia la vallata e permette una vista panoramica davvero unica e impagabile. Sono tanti gli appassionati che, in diversi periodi dell’anno, si concedono questa facile gita per immergersi nella natura e abbandonare per qualche ora il caos cittadino. Tra le altre funzioni, il sentiero (se proseguito) permette un tragitto ben segnalato verso il monte Cucco, meta molto gettonato tra gli escursionisti biellesi.

Una delle peculiarità della passeggiata dei preti è sempre stata quella di essere accessibile a tutti quanti, con una percorribilità adatta anche alle carrozzine; da un po’ di tempo però la chiusura dell’entrata facilitata ha suscitato qualche polemica e i tempi di attesa per la riapertura si sono protratti fino ad arrivare al nuovo anno.

Dopo diverse polemiche nate sui social, anche Roberta con la sua testimonianza chiede spiegazioni riguardo la gestione di questo disagio: «Il punto di ingresso principale è stato bloccato circa due o tre anni fa, ci sono cartelli di stop e sbarramenti che indicano l’impossibilità di attraversare il ponte. Naturalmente chi è in grado di scavalcare l’ostacolo può fare il giro passando più in alto per proseguire la camminata, ma non tutti sono nella condizione di riuscirci».

Per imboccare il sentiero bisogna raggiungere la basilica superiore, seguendo la strada si arriva nel piazzale di posteggio camper e quindi proseguire con le indicazioni del sentiero D15.

«La manutenzione e la messa in sicurezza di queste strutture è doverosa, qui però si parla di un blocco troppo lungo. – prosegue Roberta – Sono zone che andrebbero valorizzate, stiamo parlando di un punto d’interesse per tutti. Chi come me ha a cuore la salvaguardia della valle Oropa nutre la speranza di un’evoluzione rapida della situazione attuale».

Un’esperienza, quella della passeggiata dei preti, che mette a disposizione vari punti di sosta lungo il percorso di circa due chilometri per una fotografia mozzafiato a cornice di un tragitto riparato dai molti alberi; la durata totale della camminata è di 45-50 minuti a passo lento se si considera anche il ritorno. A preoccupare Roberta non è soltanto la problematica già citata, ma più in generale l’abbassamento di attenzione rispetto all’intero contesto legato ad Oropa.

«Siamo di fronte ad una escalation di perdite, disagi e danni che nessuno trova il modo di affrontare. Diverse trattorie storiche della vallata hanno chiuso i battenti, quelle che restano provano a sopravvivere e la funivia che porta al lago del Mucrone è l’immagine di quanto si stia faticando per mantenere l’area del santuario su livelli quantomeno accettabili. Ora io non so a chi competano questi “lavori in corso”, ma sarebbe opportuno trovare il modo di agire nel minor tempo possibile. Rimandare le scadenze e rimbalzarsi la palla non serve a nulla, ci sono interventi che non possono più aspettare, se lo merita lo stupendo territorio in cui viviamo e se lo meritano le persone che vogliono bene alle nostre montagne».

Dopo le varie verifiche del caso, sono arrivate puntuali le considerazioni del rettore del santuario d’Oropa, Don Michele Berchi: «Rispondo anche a nome dell’amministrazione alla segnalazione innanzitutto manifestando tutto il nostro dispiacere per questa situazione che si protrae ormai da un paio di anni. Purtroppo l’alluvione del 2020 ha eroso in modo significativo le spalline del ponte rendendolo insicuro e quindi impraticabile, fin da subito abbiamo cercato finanziamenti per intervenire e rimetterlo in sicurezza. Purtroppo, nonostante il coinvolgimento del comune, della regione, del Cordar e dell’unione montana, stante l’esiguità dei fondi a disposizione per i danni della suddetta alluvione, per la sicurezza dei pellegrini ci vediamo ancora costretti a mantenerlo chiuso e a indicare come accesso al parco della rimembranza (conosciuto come “passeggiata dei preti”) un sentiero il cui accesso si trova sulla strada che sale verso la galleria Rosazza, ben sapendo, ahimè, che questo impedisce ai portatori di disabilità di percorrerlo».

«Non possiamo che scusarci per questa situazione – è la conclusione del rettore – che però trascende la nostra volontà, sperando di risolverla al più presto».

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1 Commento

1 Commento

  1. Pier Giovanni Malanotte

    16 Gennaio 2023 at 12:24

    ma il futuro del Biellese non era, anche, nel turismo ?

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