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Biella

Il padre di Erika Preti incrocia in via Italia l’assassino di sua figlia

Momenti di tensione

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BIELLA – “Nei giorni scorsi, ho incrociato il suo sguardo lungo via Italia e successivamente nel bazar cinese di via per Candelo. Fortunatamente, i miei amici sono intervenuti prontamente, trattenendomi e allontanandomi dalla situazione, altrimenti non saprei come avrei reagito. Questa situazione è tutto tranne che giusta…” si sfoga Fabrizio Preti, il padre di Erika, la giovane di 25 anni originaria di Tollegno, tragicamente uccisa durante una vacanza in Sardegna.

La responsabilità dell’omicidio è stata attribuita a Dimitri Fricano, 35 anni, che, nonostante una condanna a trent’anni di prigione, è stato rilasciato e messo agli arresti domiciliari per motivi di salute.

Oltre alla libertà limitata, Fricano ha ottenuto il privilegio di usufruire di tre ore al giorno, dalle 15:00 alle 18:00, per recarsi presso strutture mediche, ospedali o ambulatori necessari per gestire le sue gravi patologie. Può anche utilizzare questo tempo per svolgere normali commissioni quotidiane. In queste occasioni, Fricano si sposta abitualmente con l’ausilio di una carrozzina o stampelle, contando sul sostegno del padre ogni volta che lascia il domicilio.

 

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9 Commenti

1 Commento

  1. Francesca

    8 Gennaio 2024 at 14:15

    questa è l’Italia..mi dispiace veramente tantissimo per questi genitori..
    ma questo che è così obeso e si fa la passeggiata in via Italia potrebbe benissimo fare la passeggiata tra le mura del carcere…se fosse successo alla figlia del magistrato questo individuo non avrebbe più visto la luce del sole

    • GIACOMO

      8 Gennaio 2024 at 14:53

      Concordo al 100%
      E aggiungo anche che comunque (a “piede” libero) in Via Italia cammina un omicida condannato a 30 ANNI DI CARCERE.
      Non mi sembra una cosa da poco.
      Chi ci garantisce che un giorno non possa rifare la stessa cosa considerando lo stato mentale dell’individuo su cui stiamo scrivendo?

      • Francesca

        8 Gennaio 2024 at 18:19

        concordo.
        purtroppo qui in Italia dobbiamo valutare la giustizia privata perché la giustizia italiana vale solo per i figli di potenti e basta.
        dovrebbero vergognarsi e non dormire la notte chi la scarcerato e chi lo difende

      • albert

        10 Gennaio 2024 at 10:21

        meno male che almeno hanno messo la foto e nome e cognome, quindi almeno si prendono le distanze, dato che con la storia della privacy, non mi stupirei non si sapesse…

  2. Stephan

    8 Gennaio 2024 at 16:01

    Vergognoso che in Italia, esistano talmente tanti cavilli, e “soluzioni” a cui un buon difensore possa attingere…Giusto evitare il rischio che un innocente possa erroneamente finire la propria vita in carcere, ma è altrettanto giusto, garantire, a chi colpevole, di doversi scontare ogni singolo minuto della condanna, senza se, e senza ma! Ormai chi uccide, finisce sempre con il chiedere l’infermità mentale…Ma un soggetto mentalmente stabile, potrebbe mai arrivare, volutamente, privare della vita qualcuno? Siamo passati da periodi in cui si finiva dentro per la gallina rubata, a quello in qui un assassino va a passeggio dopo qualche mese. Bisogna tornare a leggi, e pene, serie, a meno possibilità di libertà per cavilli, buona condotta, menate varie. Se non si vuole arrivare a uno stato di anarchia primitiva, bisogna garantire che chi sbaglia, paga.

  3. Gughi

    8 Gennaio 2024 at 17:34

    L’Italia della NON certezza della pena, o meglio ancora, chi ha un buon avvocato (quindi ha soldi) dentro non ci va. Io farei anche un pensierino al magistrato dalle maniche larghe, che ha trasformato il carcere (per omicidio) a passeggiatina in Via Italia. Che pena, che vergogna di essere italiano. Un pensiero alla giovane Erika ed una preghiera per la sua giovane anima. Un “pensiero” anche al “povero Fricano” ed alle sue 100 sigarette al giorno, qualcuno gliele paga.

  4. Steap63

    8 Gennaio 2024 at 20:06

    È veramente uno scandalo… e l’Italia si reputa un paese civile e democratico…. ma è sempre più una repubblica delle banane. Solidarietà ai poveri genitori che oltre al dolore devono sopportare questa assurda beffa.

  5. claudia

    9 Gennaio 2024 at 7:20

    Ma poveri genitori ,mi sto chiedendo come reagirei io…..

  6. Ardmando

    11 Gennaio 2024 at 8:58

    Questo mostro obeso ha pianto lacrime di coccodrillo dicendo che la sua vita era a rischio in carcere e ora gli è permesso di passeggiare tranquillamente e di fare un po’ quello che vuole. Erika è in una tomba e i suoi genitori vedono aggiunto lo strazio di saperlo “libero” e di incontrarlo ovunque vadano al dolore per la perdita della figlia che amavano. La giustizia dimostra l’orrore della sua ingiustizia, preferendo le ragioni del mostro assassino a quelle della salute dei genitori di Erika. Mi auguro che il destino faccia il suo corso nei confronti di questo orrendo individuo e possibilmente anche nei confronti di chi ha permesso che possa stare fuori dal carcere.

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