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Biella

Ciao Michael, sei volato in cielo a soli 27 anni

Il ricordo di Corrado Neggia

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Nel giorno dell’Epifania vorrei parlarvi di un ragazzo appena volato in Cielo. Michael aveva 27 anni, non si è più risvegliato. Alla sua morte è stata affibbiata una terminologia inglese che tanto andava tristemente di moda a cavallo tra gli anni 80/90. Un termine terribile e freddo al tempo stesso. Ho pianto. Silenziosamente ho pianto.

L’ho conosciuto per caso nella primavera 2019 sotto i portici ex Standa. Nei pressi della galleria alcune urla richiamarono la mia attenzione. Un personaggio si lasciava andare a gesti osceni importunando una ragazzina. Tutt’intorno una folla che sembrava il pubblico di un circo dell’assurdo. Non ci voleva molto a capire cosa stesse succedendo. Dalle parole si stava per passare ai fatti. Tutti zitti ad osservare lo schifo di quella persona. Un ragazzo mi fissò, bastò quello sguardo. Ci fu come un tacito accordo. Rischiando del nostro intervenimmo affrontando il molestatore nonostante ci minacciasse.

Tentò di scappare, ma riuscimmo a bloccarlo. Arrivarono ad aiutarci un altro paio di ragazzi. Due minuti adrenalinici, poi giunse una volante a sirene spiegate. Lo schifoso venne preso in consegna dai poliziotti per poi essere portato nella vicina questura. A questo punto ci presentammo. Scoprii che si chiamava Michael: “Grazie Corrado, sono contento di averti conosciuto>. Ricambiai la cortesia e ci salutammo. Passò un mese, forse due. Non so. Ero allo Chalet, prendevo un caffè. Sentii toccarmi la spalla: “Ciao Corrado, sono Michael, ti ricordi di me?”. Gli sorrisi e lo salutai come fosse un amico di vecchia data. Prendemmo il caffè insieme. Poi ci salutammo. Non feci in tempo a fare due passi, che Michael mi richiamò: “Corrado mi farebbe piacere dirti una cosa. Posso?”.

Chiaramente acconsentii e lo osservai con attenzione, ero incuriosito. Nel parlarmi sorrise timidamente: “Ti ricordi quando sono arrivati i poliziotti e ci hanno ringraziato? Ecco mi sono sentito importante. Anche io posso rendermi utile. Abbiamo fatto qualcosa di buono. Grazie…>. Rimasi senza parole, lo abbracciai e lui arrossì. Rimasi paralizzato dalla situazione. Proprio come ieri sotto un triste manifesto, freddo e mortale come quella terminologia inglese. Questa volta purtroppo non posso abbracciarlo, ma portarlo ad esempio questo si… Lui era Michael, un ragazzone dal cuore d’oro. Il mio amico Michael. Seppur non conoscendo la sua famiglia, abbraccio la mamma e tutti i suoi cari. Si parla tanto di senso civico, a volte anche a sproposito… di fronte ad esempi simili le parole non servono, basta un inchino. Non conoscevo la sua situazione, oggi è stata spiattellata sui giornali. Che dire… i verdetti lasciamoli all’Onnipotente. Riposa in pace Michael… e che la Stella Cometa illumini il tuo ultimo viaggio.

Corrado Neggia

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