BiellaCronaca
Attenzione alla truffa del falso addebito via messaggio
Il messaggio sembra della banca, ma è falso. Raffica di segnalazioni nel Biellese, ecco come riconoscere il raggiro
Attenzione alla truffa del falso addebito via messaggio.
Attenzione alla truffa del falso addebito via messaggio
“Richiesta di pagamento di 750,00 euro se non è stata lei, ci contatti subito”. E a seguire c’è il numero di telefono da chiamare.
Tanti biellesi in questi giorni hanno ricevuto messaggi simili, molti hanno segnalato gli episodi anche alla nostra redazione. Si tratta infatti di subdoli tentativi di truffa. Particolarmente pericolosi perché i messaggi sono spesso molto simili a quelli effettivamente inviati da piattaforme reali di pagamenti elettronici. Peccato che in realtà, in questi casi, si tratti di una fregatura, che nulla ha a che vedere con tali piattaforme.
L’esca è evidente: si fa temere all’utente di rischiare di perdere del denaro per poi sfruttare l’emotività del momento e spingerlo a compiere una determinata azione, come cliccare su un link o telefonare a un numero. Questo tipo di raggiro si chiama “smishing” e la polizia postale e le forze dell’ordine, da anni, mettono in guardia la cittadinanza. Purtroppo negli ultimi giorni ci è stata segnalata un’ondata di sms di questo tipo da tanti lettori biellesi.
Diverse persone hanno ricevuto un finto messaggio truffa. Il link o il numero all’interno ha lo scopo di far cliccare e ingannare i destinatari. I malviventi inviano sms che imitano verosimilmente le comunicazioni automatiche ufficiali di Nexi o di una banca. Sembrano assolutamente credibili, almeno a una prima lettura, ma basta rileggerli per accorgersi che spesso presentano errori o refusi e che non arrivano da numeri istituzionali.
Cos’è lo smishing
Lo smishing è un attacco di ingegneria social che utilizza messaggi di testo fasulli su telefoni mobili così da indurre le persone a condividere le proprie informazioni sensibili o inviare denaro a criminali informatici. I contenuti possono essere di vario tipo: richieste per autorizzazione di pagamento; transazioni già avvenute da contestare; presunte restrizioni delle carte Nexi per problemi di sicurezza; notifiche di disabilitazione dell’utenza per mancata conferma di dati.
L’obiettivo della tuffa è rubare dati sensibili come password e accessi ai conti correnti, oppure – come nell’articolo accanto – farsi contattare telefonicamente per poi spacciarsi per operatori delle forze dell’ordine e organizzare l’incontro che consentirà di portare a compimento il raggiro e derubare la vittima.
È importante non aprire mai questi link e non rispondere né chiamare i numeri indicati nei messaggi.
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