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Wilmer Ronzani ricorda l’amico e compagno carissimo Franco Nosengo

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BIELLA – È mancato pochi giorni fa Franco Nosengo, figura di spicco della politica biellese e non solo. Fra le tante persone che hanno voluto ricordarlo c’è l’amico di sempre, Wilmer Ronzani, che con delle bellissime parole ripercorre la vita di un grande uomo che ha sempre lottato per i suoi ideali e per il suo Paese.

Con la morte di Franco io  ho perso un amico e un compagno carissimo con cui ho condiviso non solo una lungo tratto di impegno politico nel partito e nelle istituzioni, ma anche una parte della mia vita privata. In questi ultimi, oltre che con lui, con Lucilla, che io ho avuto il piacere di unire in matrimonio e, prima ancora, con Vittoria.

Il rapporto con Lui è stato quindi non solo politico ma personale e umano, un rapporto che si è  snodato nel corso di questi decenni e si è fondato su un affetto profondo, una grande amicizia e una condivisione degli ideali di fondo.
Il primo contatto di Franco Nosengo con il Biellese avviene durante la Guerra di Liberazione a cui partecipa con il nome di battaglia di “Cino”. Sandro Pertini  ci ha ricordato come dietro a ogni articolo della nostra Costituzione  vi fossero centinaia di giovani che decisero di combattere il fascismo. Franco Nosengo è stato uno di questi.

E” attraverso la sua partecipazione alla Resistenza nelle formazioni partigiane biellesi che egli, proveniente da Bergamo e figlio di un anarchico, costruisce un legame politico, umano e sentimentale con donne e uomini con cui avrebbe negli anni successivi condiviso una lunga esperienza politica all’interno del gruppo dirigente del pci biellese. In quegli anni egli è un giovane architetto che sceglie di occuparsi dei problemi del governo del territorio diventando in seguito un autorevole e stimato urbanista.

Le nostre vite si sono incrociate all’inizio degli anni 70. Lui era gia’ “il compagno architetto” Franco Nosengo, tra i dirigenti più autorevoli del pci e un affermato professionista; io, un giovane di origini operaie, da poco diventato  funzionario della federazione comunista biellese.
Per molti anni Nosengo e’ stato uno dei pochi ” intellettuali ” a  far parte dei vertici del pci biellese, un partito caratterizzato principalmente da una presenza di operai.


È a partire da metà degli anni 70 che il partito biellese si arricchisce della presenza di donne e uomini che provenivano dal mondo della scuola, della cultura, delle libere professioni e della imprenditoria. Sono gli anni in cui il pci ottiene risultati elettorali importanti sia nelle elezioni amministrative del 75 che nelle politiche del 76. Sono gli anni del compromesso storico e della “terza via” di Enrico Berlinguer. Nosengo partecipa a questa fase della vita politica biellese e regionale da protagonista.

In Regione viene presentata, discussa e approvata la prima legge urbanistica, meglio conosciuta come legge Astengo, e vengono istituti i Comprensori, intesi come nuovi soggetti istituzionali attraverso i quali realizzare una politica di programmazione socio-economica e territoriale. In Parlamento, in seguito all’avvio della esperienza della solidarietà nazionale, vengono approvati il piano decennale sulla casa e la legge sull’equo canone. Franco prende parte a quelle discussioni facendo  valere sia la sua indiscussa e riconosciuta competenza che la sua autorevolezza politica. Ricordo quando Nuova Societa, rivista culturale del pci piemontese, su sollecitazione di Adalberto Minucci, all’epoca segretario del pci piemontese, pubblicò la sua relazione ad un convegno sui temi della programmazione svoltosi a Vigliano Biellese.


Nelle elezioni amministrative del giugno 1980 Franco  Nosengo viene eletto consigliere comunale di Biella. All’interno del gruppo consigliare del pci, ricco di giovani e di competenze, si occuperà della politica urbanistica. Allora si usava cosi: promuovere il rinnovamento del gruppo consigliare,  che nelle elezioni del 1975 era stato radicale e, al tempo stesso, garantirsi la presenza di una serie di competenze che si ritenevano essenziali sia che si trattasse di governare, sia per poter svolgere una efficace opposizione.


In quegli anni  quando in Consiglio Comunale, si affrontavano i temi della politica urbanistica e del piano regolatore si confrontavano e ” duellavano’  personalità come Nosengo (pci), Varnero (dc) e Stefano Porta ( pli); nessuno concedeva niente a nessuno, il confronto tra di loro era a un livello altissimo, ma sempre improntato al massimo rispetto e a una grande lealtà. Più di una volta è successo che terminato il Consiglio Comunale io e Franco facessimo le ore piccole continuando la discussione attorno un buon bicchiere di vino.


Di Franco mi hanno sempre colpito lo spessore culturale, la vastità delle sue conoscenze, il suo amore per l’arte, la curiosità intellettuale verso tutto ciò che di nuovo si manifestava nella società e, in particolare, nell’universo dei giovani, la sua pignoleria nel descrivere le situazioni, ma anche il suo modo di porsi ” alla pari”  nei confronti degli altri senza nessuna forma di supponenza nella consapevolezza  che dalle discussioni vi fosse sempre qualcosa da imparare e che  anche nelle posizioni che non si condividevano vi fosse un “nucleo di verità”. Ma anche l’educazione, l’importanza che ha sempre dato all’uso delle parole, la gentilezza e la signorilità.

Egli appartiene ad una generazione di donne e di uomini che dopo aver liberato il nostro Paese dalla oppressione nazi-fascista e aver riconquistato la democrazia, ha contribuito alla sua ricostruzione economica-sociale e morale, impegnandosi affinché lo sviluppo si fondasse sul riconoscimento della dignità della persona umana, sul ruolo delle classi lavoratrici e sui valori della giustizia sociale.

Franco appartiene ad una generazione che in questi 72 anni ha difeso la Costituzione contro gli attacchi che da più parti gli sono stati portati nel tentativo di indebolirla e snaturarla per metterne in discussione lo stesso ” atto fondativo”, cioè la Resistenza e la lotta antifascista.


Egli appartiene ad un generazione che ha contribuito al rinnovamento delle idee della sinistra; una sinistra non dogmatica che oggi è chiamata a misurarsi con le sfide inedite del XXI° secolo, ma che proprio per questo deve saper mettere i suoi valori in sintonia con il passaggio di fase che stiamo vivendo e  mantenere un forte radicamento nel popolo, senza il quale la sua funzione storica viene meno.

Franco appartiene ad una generazione che per formazione e cultura politica  ha sempre operato con l’obbiettivo di trasmettere il sapere, la conoscenza e la propria esperienza politica, professionale e di vita alle generazioni più giovani.

In queste ore ho ricevuto un messaggio di cordoglio di Oreste Brusori, che di Franco è stato amico, il quale mi ha scritto: ” Caro Wilmer in questo periodo “surreale” ho molto pensato alle persone che mi hanno insegnato qualcosa e contribuito alla mia formazione: Franco Nosengo è stato certamente una di queste”. È stato cosi anche per molti di noi.

A Lucilla, che gli è stata vicino fino all’ultimo,  dedicandogli tutta se stessa e un amore grandissimo, al figlio Stefano, a Tiziana, Franchino, Alessandro e  Gabriele, alle loro compagne e ai loro compagni, a Greta, Mattia e Sofia, rinnovo i miei sentimenti di affetto, le mie e le vostre condoglianze. Ciao Franco, buon viaggio. Questo purtroppo sarà un viaggio dal quale,  diversamente da ciò che avveniva in passato, non ritornerai per poi raccontarci ciò che hai visto. E’ questo distacco irreversibile che ci riempie di dolore e di angoscia,  ma io credo che tutti noi dovremo  ricordarti come la persona che sei sempre stata: sorridente, positiva, capace di trasmettere fiducia e ottimismo verso il futuro perché sono convinto che questo è ciò che Tu avresti voluto. Addio per sempre amico e compagno carissimo!

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