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Vecchio ospedale, un costo infinito

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Che cosa accadrà ora al vecchio ospedale? E’ la domanda che tutti si pongono senza che qualcuno sia in grado di dare risposte. Il casermone di circa 70 mila metri quadrati nel centro di Biella, al momento è senza futuro. L’unica cosa certa sono i costi.

Che cosa accadrà ora al vecchio ospedale? E’ la domanda che tutti si pongono senza che qualcuno sia in grado di dare risposte. Il casermone di circa 70 mila metri quadrati nel centro di Biella, al momento è senza futuro. L’unica cosa certa sono i costi. Esorbitanti. Che si faccia o non si faccia qualcosa, in ogni caso, ci saranno tanti soldi da tirare fuori. A mettere mano al portafogli sarà l’Asl, proprietaria dell’immobile. Lo farà fino a quando non troverà qualcuno disposto a utilizzare gli spazi e accollarsi in questo modo le spese. Passare la patata bollente però non sarà facile. Il vecchio noscomio, infatti, è un palazzone malconcio e datato. E in più costa 22 milioni di euro, questo, infatti, è il valore inserito a bilancio dall’Asl. Trasformarlo è un’impresa ciclopica. Raderlo al suolo, altrettanto.

 A fare un rapido e sommario calcolo  è l’ex direttore del Collegio costruttori edili di Biella, nonché geologo, Orazio Scanzio. “Per demolirlo servono circa 5 milioni di euro – spiega Scanzio -. Stessa cifra per sistemarlo. Una volta abbattuto, però, sia che si voglia realizzare una nuova costruzione, oppure che si intenda creare altro, come ad esempio un parco, servono ancora una montagna di soldi. Nel caso la scelta sia quella di trasformare l’area in giardini pubblici è necessario un progetto, il denaro per realizzarlo e poi la manutenzione che non è cosa di poco conto. A mio parere buttare giù lo stabile sarebbe un grave errore. Molto meglio spremere le meningi e trovare qualche idea capace di valorizzarlo”.

Anche il direttore generale dell’Asl di Biella, Gianfranco Zulian concorda sul fatto che vada scartata l’ipotesi della demolizione. “Comporterebbe una spesa di alcuni milioni di euro – spiega -. Inoltre ci sono delle aree che non possono essere toccate in quanto vincolate dalla Sopritendenza ai beni culturali”.

E mentre i politici discutono su cosa fare del vecchio ospedale, senza approdare a nulla, l’Asl dovrà occuparsi della messa in sicurezza della struttura. “In queste settimane di dicembre il nosocomio verrà completamente svuotato di tutti gli arredi – spiega Zulian – che in parte saranno donati a enti e associazioni e in parte rottamati. Poi dovranno essere staccate tutte le utenze e sigillate le porte d’accesso. Contiamo di portare a termine queste operazioni entro la fine di gennaio”. Ma non è finita qui. Per evitare che il vecchio ospedale si trasformi in un covo di balordi, lo stabile sarà presidiato giorno e notte da vigilantes. Per un  costo totale stimato intorno ai 100 mila euro. Siccome è facile prevedere che ci vorranno anni prima che i politici trovino una soluzione relativa al suo riutilizzo (ammesso che mai la trovino ndr.) e dando quasi per scontato che – in un contesto economico come questo – nessun imprenditore privato si farà mai carico di una simile struttura, ci sono da mettere a bilancio cifre astronomiche. Serviranno nel tempo una valanga di quattrini. “L’Asl è finanziata dalla Regione – spega Zulian – Noi faremo in misura pari a quanto ci verrà dato, naturalmente cercando di stare molto attenti ad evitare gli sprechi. Purtroppo il mercato della compra vendita degli immobili in questo periodo è stagnante e questo non ci aiuta. Possiamo però sperare che si faccia avanti qualcuno interessato a occupare i locali. In questo modo vedremmo annullate le spese di gestione. Ma non sarà facile. Prendo ad esempio la realtà di Novara, dove sono cresciuto. Ero un bambino di 10 anni quando venne costruito il nuovo ospedale. I quattro casermoni che ospitavano il vecchio nosocomio sono vuoti da quasi cinquant’anni. Proprio oggi, forse,  ne verrà ricollocato uno che ospiterà la Guardia di Finanza”.

Zulian poi parla delle tante idee che sono state avanzate da più parti. “Alcune mi sembrano buone – dice -. Il problema di fondo però è sempre lo stesso: mancano i soldi e  quindi ogni progetto  è difficile da realizzare. Bisogna capire come si svilupperà la città in futuro e, quindi,  immaginare un progetto adeguato e importante.  Personalmente ritengo che il vecchio ospedale potrebbe diventare un polo di cultura oppure un centro da adibire ad un commercio raffinato”.

Mentre oggi si parla di scarse risorse disponibili, solo lo scorso anno i soldi non sembravano un grosso problema. La vecchia amministrazione comunale, infatti, aveva indetto un concorso proprio per trovare idee per trasformare lo stabile del Degli Infermi. Il primo premio era andato all’architetto marsigliese Remy Marciano, che aveva proposto la trasformazione della struttura in una specie di outlet di marchi locali, con appartamenti di lusso ai piani alti, ampio parco parcheggi e ristoranti, alberghi, poli archivistici e museali tutto attorno. Tra primo, secondo e terzo premio il comune ha dispensato 85mila euro. Del progetto, naturalmente, non si è fatto nulla. E al domanda resta la stessa: che ne sarà del vecchio ospedale?

Elisabetta Ferrari

Che cosa accadrà ora del vecchio ospedale? E’ la domanda che tutti si pongono senza che qualcuno sia in grado di dare risposte. Il casermone di circa 70 mila metri quadrati nel centro di Biella, al momento è senza futuro. L’unica cosa certa sono i costi. Esorbitanti. Che si faccia o non si faccia qualcosa, in ogni caso, ci saranno tanti soldi da tirare fuori. A mettere mano al portafogli sarà l’Asl,  proprietaria dell’immobile. Lo farà fino a quando non troverà qualcuno disposto a utilizzare gli spazi e accollarsi in questo modo le spese. Passare la patata bollente però non sarà facile. Il vecchio noscomio, infatti, è un palazzone malconcio e datato. E in più costa 22 milioni di euro, questo, infatti, è il valore inserito a bilancio dall’Asl. Trasformarlo è un’impresa ciclopica. Raderlo al suolo, altrettanto. A fare un rapido e sommario calcolo  è l’ex direttore del Collegio costruttori edili di Biella, nonché geologo, Orazio Scanzio. “Per demolirlo servono circa 5 milioni di euro – spiega Scanzio -. Stessa cifra per sistemarlo. Una volta abbattuto, però, sia che si voglia realizzare una nuova costruzione, oppure che si intenda creare altro, come ad esempio un parco, servono ancora una montagna di soldi. Nel caso la scelta sia quella di trasformare l’area in giardini pubblici è necessario un progetto, il denaro per realizzarlo e poi la manutenzione che non è cosa di poco conto. A mio parere buttare giù lo stabile sarebbe un grave errore. Molto meglio spremere le meningi e trovare qualche idea capace di valorizzarlo”.
Anche il direttore generale dell’Asl di Biella, Gianfranco Zulian concorda sul fatto che vada scartata l’ipotesi della demolizione. “Comporterebbe una spesa di alcuni milioni di euro – spiega -. Inoltre ci sono delle aree che non possono essere toccate in quanto vincolate dalla Sopritendenza ai beni culturali”.
E mentre i politici discutono su cosa fare del vecchio ospedale, senza approdare a nulla, l’Asl dovrà occuparsi della messa in sicurezza della struttura. “In queste settimane di dicembre il nosocomio verrà completamente svuotato di tutti gli arredi – spiega Zulian – che in parte saranno donati a enti e associazioni e in parte rottamati. Poi dovranno essere staccate tutte le utenze e sigillate le porte d’accesso. Contiamo di portare a termine queste operazioni entro la fine di gennaio”. Ma non è finita qui. Per evitare che il vecchio ospedale si trasformi in un covo di balordi, lo stabile sarà presidiato giorno e notte da vigilantes. Per un  costo totale stimato intorno ai 100 mila euro. Siccome è facile prevedere che ci vorranno anni prima che i politici trovino una soluzione relativa al suo riutilizzo (ammesso che mai la trovino ndr.) e dando quasi per scontato che – in un contesto economico come questo – nessun imprenditore privato si farà mai carico di una simile struttura, ci sono da mettere a bilancio cifre astronomiche. Serviranno nel tempo una valanga di quattrini. “L’Asl è finanziata dalla Regione – spega Zulian – Noi faremo in misura pari a quanto ci verrà dato, naturalmente cercando di stare molto attenti ad evitare gli sprechi. Purtroppo il mercato della compra vendita degli immobili in questo periodo è stagnante e questo non ci aiuta. Possiamo però sperare che si faccia avanti qualcuno interessato a occupare i locali. In questo modo vedremmo annullate le spese di gestione. Ma non sarà facile. Prendo ad esempio la realtà di Novara, dove sono cresciuto. Ero un bambino di 10 anni quando venne costruito il nuovo ospedale. I quattro casermoni che ospitavano il vecchio nosocomio sono vuoti da quasi cinquant’anni. Proprio oggi, forse,  ne verrà ricollocato uno che ospiterà la Guardia di Finanza”.
Zulian poi parla delle tante idee che sono state avanzate da più parti. “Alcune mi sembrano buone – dice -. Il problema di fondo però è sempre lo stesso: mancano i soldi e  quindi ogni progetto  è difficile da realizzare. Bisogna capire come si svilupperà la città in futuro e, quindi,  immaginare un progetto adeguato e importante.  Personalmente ritengo che il vecchio ospedale potrebbe diventare un polo di cultura oppure un centro da adibire ad un commercio raffinato”.
Mentre oggi si parla di scarse risorse disponibili, solo lo scorso anno i soldi non sembravano un grosso problema. La vecchia amministrazione comunale, infatti, aveva indetto un concorso proprio per trovare idee per trasformare lo stabile del Degli Infermi. Il primo premio era andato all’architetto marsigliese Remy Marciano, che aveva proposto la trasformazione della struttura in una specie di outlet di marchi locali, con appartamenti di lusso ai piani alti, ampio parco parcheggi e ristoranti, alberghi, poli archivistici e museali tutto attorno. Tra primo, secondo e terzo premio il comune ha dispensato 85mila euro. Del progetto, naturalmente, non si è fatto nulla. E al domanda resta la stessa: che ne sarà del vecchio ospedale?
Elisabetta Ferrari

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