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Vandali in quota: dopo le croci ora tocca alle lapidi degli alpini

Ignoti hanno distrutto quella sull’Argimonia dedicata ai caduti delle penne nere

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Vandali in quota: dopo le croci ora tocca alle lapidi degli alpini. Gli atti vandalici che contraddistinguono la quotidianità dei centri urbani salgono tra le montagne del Biellese. E non è più semplicemente un atto eccezionale, unico, anzi.

Vandali in quota: dopo le croci ora tocca alle lapidi degli alpini

L’anno scorso infatti a farne le spese era stata la croce sul monte Mars, posizionata a suo tempo dalla società sportiva “La Bufarola” di Cossila. Divelta dalla sua originale posizione e buttata nel sottostante dirupo prima di essere recuperata nei giorni successivi. Una decina di giorni fa la stessa sorte è capitata alla croce presente sul Monticchio.

L’ultimo atto vandalico compiuto nelle ultime ore riguarda la targa presente sull’Argimonia. Dedicata al sacrificio degli alpini del battaglione Val Baltea nel corso della Prima guerra mondiale. L’opera, realizzata oltre cento anni fa nell’immediato dopoguerra, è stata distrutta mentre la bandiera tricolore è stata gettata a terra.

«Aveva resistito più di 100 anni – è stato il commento su facebook di Andrea Cavallo, storico e appassionato di montagna – la targa del Battaglione Val Baltea sulla Rocca dell’Argimonia. Ci voleva un androide della nostra generazione per cancellare uno dei simboli storici più significativi della storia degli Alpini biellesi sulle nostre montagne».

Nel suo appassionato intervento Cavallo propone alla sezione Ana di riposizionale una nuova targa e di portare i resti di quella devastata al museo di via Ferruccio Nazionale.

La storia della lapide e del Val Baltea

La lapide del Val Baltea è una delle dieci posizionate su altrettante cime biellesi a perenne ricordo dei caduti della Grande Guerra.

Il battaglione Val Baltea era stato costituito nel maggio 1915 all’atto della dichiarazione di guerra dell’Italia all’Impero austro-ungarico. La sua azione più famosa avvenne nella tarda primavera del 1917. Il reparto, dopo un periodo di riposo e riordinamento, è protagonista di una delle più importanti imprese belliche/alpinistiche della guerra. Il 15 giugno, superando le difficoltà di ascesa, le compagnie 241 e 242 occupano la cima del Corno di Cavento costringendo alla resa il presidio austriaco.
LEGGI ANCHE: Scomparsa la croce in ferro sul Monte Mars

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2 Commenti

1 Commento

  1. bruno drago

    16 Giugno 2025 at 19:35

    sono talmente ignoranti che non sanno neanche quello che hanno fatto. Cosi la memoria sarà ancora più viva.

  2. .Bruno

    16 Giugno 2025 at 20:54

    io non capisco questi atti incivili ,chi sale e cammina in montagna dovrebbe avere rispetto per tutto ,io che vado tanto in montagna non mi verrebbe in mente di fare questi gesti ignobili , non riesco proprio a capire

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